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Roma, 16 apr. (askanews) – La prospettiva di un “atterraggio morbido” dell’economia globale si sta sempre più avverando e il quadro complessivo dei rischi sulla stabilità economica e finanziaria mondiale è migliorato nell’ultimo anno, parallelamente al ridimensionamento dell’inflazione su scala globale. Ne deriva un contesto in cui imprese e famiglie hanno potuto reperire finanziamenti a costi più bassi, nonostante tassi ufficiali che restano elevati. Mentre gli investitori potrebbero aver trovato elementi incoraggianti nel fatto che le tensioni nel sistema bancario dello scorso anno sono state contenute.

E’ la fotografia scattata dal Fondo monetario internazionale nell’ultimo Global Financial Stability Report, pubblicato in occasione delle assemblee primaverili: “i rischi sono diminuiti rispetto all’edizione dello scorso ottobre”, afferma l’istituzione di Washington.

Tuttavia persistono diversi elementi di potenziale criticità. A cominciare dalle “valutazioni tirate” in diverse classi di asset finanziari, fondamentalmente a seguito di una “compressione” dei premi di rischio rispetto agli standard storici. Il Fmi cita l’esempio dei mercati obbligazionari e in particolare dei titoli di Stato, dove i differenziali (spread) anche per le emittenti ritenute più vulnerabili si sono ridotti.

Il Gfsr avverte che quello attuale “è un contesto in cui riprezzamenti delle attività potrebbero verificarsi rapidamente. Improvvise svolte delle politiche, un riaccendersi delle tensioni geopolitiche e difficoltà negli approvvigionamenti di materie prime sono solo pochi esempi dei potenziali inneschi”, si legge.

Un altro elemento di rischio che da mesi è sotto i riflettori è quello dei mercati immobiliari e dei diversi debitori esposti a questo segmento. “Specialmente sull’immobiliare commerciale in cui le prospettive deboli potrebbero portare a rifinanziamenti difficili e costosi dei prestiti esistenti, come l’immobiliare commerciale degli Stati Uniti in cui si stima – avverte il Fmi – che 600 miliardi di dollari di prestiti siano in scadenza quest’anno”.

E se le condizioni di finanziamento globali tornassero a inasprirsi potrebbero crearsi pressioni sui mercati emergenti e mettere sotto tensione le loro valute e altri asset che potrebbero subire svalutazioni.

All’opposto, nel medio termine l’allentamento delle condizioni finanziarie tenderà a favorire l’accumulo di vulnerabilità come l’eccesso di indebitamento sia da parte dei governi che da parte del settore privato.

A fronte di questi elementi il Fmi rileva che i policy maker possono intraprendere iniziative per mitigare i rischi prevalenti e per ridurre le vulnerabilità. A cominciare dal respingere le aspettative eccessivamente ottimistiche sulla dinamica di disinflazione e di allentamento delle politiche monetarie.

Bisogna poi continuare a assicurare che banche altre istituzioni finanziarie siano adeguatamente attrezzate affrontare eventuali aumenti delle insolvenze di altri rischi rischi. Infine, le autorità devono mantenere la vigilanza e dei piani adeguati sui rischi che potrebbero verificarsi nello scenario previsionale di base ma anche in un quadro previsionale più avverso, conclude l’Fmi.

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