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Roma, 22 ott. (askanews) – Presentato alla Festa del Cinema di Roma “I Quindici” di Alessandro Turchi, la storia dello straordinario riscatto dei mastri birrai messinesi prodotto da Fondazione Messina attraverso il suo spin off EcosMedia.

Il documentario, che ha avuto la sua prima nazionale a luglio scorso all’Horcynus Festival di Messina, racconta dalla viva voce dei protagonisti la storia di rinascita e riscatto di un gruppo di ex dipendenti dello storico stabilimento messinese di produzione di birra: dopo la sua chiusura definitiva, avvenuta nel 2011, quindici mastri birrai che vi lavoravano, decidono di non mollare e investono il loro Tfr, i risparmi di una vita e il proprio antico sapere in una nuova attività imprenditoriale che, nel 2014, si concretizza nel Birrificio Messina Società Cooperativa riavviando così, dal basso e con successo, la produzione della birra in città.

Oggi il Birrificio Messina, che nel frattempo ha assunto altre 11 persone, soprattutto giovani, produce 57mila ettolitri all’anno delle sue due birre di punta, la Birra dello Stretto e la Doc15, ed esporta in 10 paesi, fatturando circa 6 milioni di euro. Ed è divenuto un caso esemplare di workers buyout in cui centrale è stato il ruolo della Fondazione Messina, Ente Filantropico della città dello Stretto che, nell’ambito della sua mission di contrasto alle diseguaglianze prodotte dai modelli economici dominanti, punta a realizzare strategie di sviluppo sostenibile che valorizzano e rilanciano competenze, saperi e tradizioni dei luoghi e delle persone: “La Fondazione – ha ricordato Mimmo Sorrenti, presidente del Birrificio – ci ha aiutato a costituirci in cooperativa, ci ha fatto da garante con le banche e, fra l’altro, ci ha supportato nello stendere il piano industriale, nella gestione amministrativa e a raccogliere fondi”. E, alla fine, tramite il suo spin off Ecosmedia, ha poi anche prodotto “I Quindici”.

Il regista Alessandro Turchi ha spiegato perché e come ha deciso di raccontare questa storia: “A quel tempo ero fra gli attivisti del teatro Pinelli, che seguiva le vertenze in città. Quella del birrificio ci colpì molto e così, con Monia Alfieri e Morgan Maugeri, abbiamo deciso di seguirla passo passo a modo nostro: con le telecamere. Per questo una parte del documentario è praticamente realizzata in presa diretta e restituisce, credo con grande immediatezza, la fatica, la paura, ma anche la determinazione e la pervicacia con cui i birrai messinesi hanno costruito un qualcosa che poteva sembrare impossibile. E invece”.

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