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Milano, 28 ago. (askanews) – John Elkann, pronipote del fondatore della Fiat Giovanni Agnelli e presidente di Stellantis e delle auto di lusso Ferrari, ha commentato con il Financial Times l’investimento da 2,6 miliardi di euro nel gruppo olandese Philips, definendolo parte di una naturale evoluzione per la holding familiare Exor che concentra gli investimenti nei settori della salute, della tecnologia e del lusso.

L’espansione del portafoglio di Exor, ha detto al quotidiano finanziario, fa parte di un’evoluzione dopo due decenni trascorsi a porre la holding sul mercato al passo giusto. Exor, ha aggiunto, sente “una forte affinità con l’assistenza sanitaria” e “i primi insegnamenti” derivanti dell’investimento di oltre 800 milioni di euro lo scorso anno nel gruppo sanitario francese privato Institut Mérieux hanno “rafforzato la nostra convinzione sull’importanza di questo settore e sulla sua crescita potenziale”.

Sotto Gianni Agnelli, nonno di Elkann, che guidò la Fiat per mezzo secolo dalla fine degli anni ’50, l’attività della famiglia si spostò fortemente verso l’industria automobilistica. Tuttavia, l’Istituto finanziaro industriale, precursore di Exor, deteneva anche partecipazioni nei settori alimentare, finanziario, dei consumi e immobiliare, possedendo il quotidiano La Stampa e la squadra di calcio della Juventus, entrambi mantenuti da Exor, ricorda il Ft. 

Sebbene la trasformazione dell’azienda di famiglia fosse già iniziata prima della morte di Gianni Agnelli nel 2003, quando Elkann entrò nella holding di famiglia quell’anno la Fiat era piena di debiti, i rapporti con il suo partner statunitense General Motors si erano inaspriti e il futuro del gruppo era in bilico. Sotto la guida del 47enne Elkann, Exor ha aumentato il proprio patrimonio netto da circa quattro miliardi di euro nel 2009 a 33 miliardi di euro quest’anno, mentre le azioni Exor sono passate da valori a una cifra agli attuali 80 euro per azione. Elkann ora afferma che il primo decennio dopo la morte di suo nonno è stato un decennio di conservazione: “Ci siamo concentrati su disinvestimenti, semplificazione e riduzione del debito per garantire che ciò che avevamo potesse essere salvato”. Il decennio che seguì “fu un decennio di stabilizzazione” che, secondo lui, aveva posto Exor su una traiettoria di crescita costante.

Exor ha promesso di reinvestire i proventi della vendita di PartnerRe in tecnologia, lusso e sanità e ha acquisito una quota del 24% nel produttore di scarpe di lusso Christian Louboutin, una quota di maggioranza nel marchio di lifestyle cinese Shang Xia e una quota del 45% nell’italiana Lifenet Healthcare. “Stiamo chiaramente guardando ai settori che hanno il vento a favore”, ha affermato Suzanne Heywood, direttore operativo di Exor e presidente di CNH Industrial, al quotidiano. “Siamo cresciuti ma siamo ancora una squadra snella e affiatata, il che ci porta a essere molto concentrati su dove vogliamo investire”.

Il gruppo siede nel consiglio di amministrazione di tutte le società in portafoglio. “Ci descriviamo come amici critici – ha detto Heywood – Non siamo attivisti ma siamo attivi”.

Exor quest’anno è tornata anche ai servizi finanziari con il lancio di Lingotto, una società di investimento con sede a Londra presieduta dall’ex cancelliere britannico George Osborne alla quale ha stanziato i primi 1,5 miliardi di euro dalla vendita di PartnerRe. Tuttavia, ricorda Ft, non è andato tutto liscio: la morte improvvisa dello storico capo della Fiat Sergio Marchionne nel 2018 e poi la vicenda della Juventus che ha portato lo scorso anno alle dimissioni del consiglio di amministrazione e a un rimpasto dirigenziale.

“John è emerso come qualcuno che sa affrontare gli scettici, e ce n’erano molti quando suo nonno morì, con fatti piuttosto che con le parole”, ha riferito una fonte vicina a Exor al Financial Times. Sul futuro, lo stesso Elkann dice: “Naturalmente non c’è alcuna certezza su ciò che ci aspetta. Ciò che è chiaro per noi è il nostro scopo, ovvero costruire grandi aziende con grandi persone”.

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