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Roma, 14 giu. (askanews) – Lo scorso aprile il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 11,5 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.905,7 miliardi. Lo rileva la Banca d’Italia.

“Il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17 miliardi) ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (6,5 miliardi, a 32,1). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha aumentato il debito di 1 miliardo”, spiega l’Istituto.

“Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, l’intero aumento del debito è dovuto alle amministrazioni centrali, mentre sia quello delle amministrazioni locali sia quello degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile”.

La vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,8 anni.

Ad aprile, la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è lievemente diminuita (al 23,5 per cento dal 23,7 per cento del mese precedente), mentre a marzo (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) si sono collocate rispettivamente al 28,7 e al 14,1 per cento (dal 28,3 e dal 13,6 per cento del mese precedente).

Ad aprile, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 40,6 miliardi, in aumento del 5 per cento (1,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Nei primi quattro mesi del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 163,5 miliardi, in aumento del 7,1 per cento (10,8 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

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