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Roma, 10 set. (askanews) – Smartphone e Social Media: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”, questo è il titolo dell’appello diffuso oggi e firmato da personalità di primo piano del mondo della pedagogia, dell’educazione e della cultura, della psicologia dell’arte e del cinema.

Da Daniele Novara ad Alberto Pellai, da Pierfrancesco Favino a Carlotta Natoli, sono tante e in aumento le persone che chiedono al governo di “impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16”.

Michele Zappella, Paola Cortellesi, Roberto Farné, Valeria Golino, Anna Oliverio Ferraris, Luca Zingaretti, Silvia Vegetti Finzi, Stefano Accorsi, Bruno Tognolini, Pietro Sermonti, Raffale Mantegazza, Anna Foglietta, Alberto Oliverio. Sono solo alcuni nomi che con questo appello si mobilitano per “aiutare le nuove generazioni”.

“È ormai chiaro che prima dei 14 anni avere uno smartphone personale possa essere molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media”, si legge nell’appello, che vede Daniele Novara ed Alberto Pellai come primi firmatari “I fatti lo dimostrano: nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi”.

Nell’appello viene anche chiarito che “la nostra non è una presa di posizione anti-tecnologica ma l’accoglimento di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale”.

Queste le motivazioni che hanno spinto alla stesura di questo appello, nella speranza che l’attuale Governo possa compiere un atto di amore verso le nuove generazioni.

Qui è possibile firmare la petizione online: https://www.change.org/stop_social_e_smartphone

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