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Roma, 29 dic. (askanews) – Il 2023 si chiude con un’economia meridionale contraddistinta da segnali congiunturali positivi e una generale tenuta delle imprese. E’ quanto emerge dal Check-Up Mezzogiorno 2023, l’analisi congiunturale sullo stato di salute dell’economia meridionale realizzato annualmente da Confindustria e Srm (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), che conferma alcuni segnali positivi e una generale tenuta delle imprese rispetto a quanto emerso nell’edizione 2022.
Infatti, la stima dell’Indice sintetico dell’economia meridionale per il 2023, elaborata tenendo conto delle principali variabili macroeconomiche, risulta in crescita per il terzo anno consecutivo, dopo il crollo registrato nel 2020. Il valore stimato per il 2023 è pari a 534,9, ossia 8,8 punti in più rispetto al dato dell’anno precedente. Inoltre, da notare che, sulla scia di quanto emerso per il 2022, si supera il livello del 2007.
Le previsioni sul Pil nel Mezzogiorno per il 2024, si attestano a +0,6%. Sulla conferma di questo dato influirà in modo considerevole l’effettiva “messa a terra” delle risorse disponibili, in primis quelle legate al Pnrr.
Dei circa 14 miliardi di nuove misure e risorse aggiuntive del Piano, circa 12 sono destinati alle imprese: 6,3 miliardi per Transizione 5.0, 2,5 per filiere green e net zero technologies, 2 per i contratti di sviluppo della filiera agroalimentare, 852 milioni per i parchi agrisolari, 320 milioni per il sostegno a investimenti green e 50 milioni per le materie prime critiche.

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