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Roma, 11 mar. (askanews) – La sessione di lavori del Congresso nazionale del popolo (Cnp) cinese, che chiude le Due Sessioni, è andata oggi in archivio in tono minore. Non c’è stata la tradizionale conferenza stampa del primo ministro, non ha parlato in chiusura il presidente cinese Xi Jinping.
Mentre la prima è stata una decisione significativa, che ha rotto una prassi consolidata, l’assenza di un discorso di Xi è nell’ordine delle cose: il presidente solitamente parla alla conclusione della prima sessione, ma quella conclusa oggi era la seconda sessione del XIV Congresso nazionale del popolo.
Il Cnp è un organo sostanzialmente formale, non ha veri poteri decisionali, che sono nel sistema cinese demandati alla leadership – dal presidente al Politburo del Partito comunista – la quale adotta tutte le politiche principali. Tuttavia le Due Sessioni, e in particolare il Cnp, forniscono un importante spaccato di quali saranno le traiettorie che Pechino prenderà soprattutto in termini economici e amministrativi.
Un elemento importante evidenziato è l’obiettivo di crescita dichiarato dal primo ministro Li Qiang la scorsa settimana. Il target di aumento del Pil “attorno al 5%” per il 2024 è ambizioso, ma nello stesso tempo flessibile.
Tra le priorità è stata sottolineata una robusta politica industriale. Sono tre i piani presentati durante gli incontri della legislatura cinese. Una particolare enfasi è stata posta all’upgrade delle attrezzature, il cui mercato è quantificato in oltre 5mila miliardi di yuan ( Il sostegno industriale è chiaramente al primo posto nella lista delle priorità di Pechino per l’anno a venire, secondo i tre principali piani pubblicati nel corso degli incontri parlamentari.
Il principale pianificatore economico ha anche osservato come una spinta all’aggiornamento delle attrezzature genererebbe un mercato di oltre 5mila miliardi di yuan (circa 636 miliardi di euro).
Per quanto riguarda il settore immobiliare, in profondissima crisi, il Cnp non ha preso decisioni particolari. Piuttosto il ministro dell’Edilizia abitativa Ni Hong ha chiarito che chi “danneggia le masse verrà punito”. Un segnale preciso che va nella linea repressiva anti-corruzione seguita dall’ascesa al potere di Xi.
Sul fronte dell’ambiente, il governo cinese ha espresso un impegno forte a ridurre il consumo di energia per unità di Pil di circa il 2,5% ebtro il 2024, dopo che per un paio di anni questo dato non era stato fissato. E’ un elemento importante, che segnala un rafforzamento della politica ambientale, ma che mette anche sotto stress l’industria chiamata a ottemperare la transizione.
Per quanto riguarda invece l’aspetto politico, con una riforma della struttura del Consiglio di Stato, il governo guidato dal premier. Proprio oggi l’assemblea l’ha approvata a largissima maggioranza (quasi 2.900 voti su 3mila, con solo otto contrari e nove astenuti). I cambiamenti includono un rafforzamento del ruolo dei vicepremier e l’ingresso del governatore della Banca popolare cinese – la banca centrale – tra i massimi dirigenti del consiglio.
Le Due Sessioni, insomma, vanno in archivio con un bilancio piuttosto risicato, il che fa comprendere perché sia stata cancellata la conferenza stampa del premier, che è da sempre la principale finestra sulla politica cinese a vantaggio della stampa internazionale. Nata con l’esigenza di dare un’immagine di trasparenza, la sua cancellazione potrebbe anche far pensare a una minore volontà di procedere su questo fronte.
La conferenza stampa si tenne la prima volta nel 1988, premier Li Peng. Fu poi dal 1993, archiviato il periodo oscuro della strage di piazza Tiananmen del 1989, che tornò e si consolidò come appuntamento fisso alla fine della sessione del Cnp. Che dovrebbe, in realtà, tornare nel prossimi anni, secondo quanto ha annunciato il portavoce del Cnp Lou Qinjian.
In questo senso, il punto di contatto più alto avuto dalla stampa straniera con i vertici cinesi è stato la conferenza stampa del ministro degli Esteri Wang Yi di giovedì scorso, nella quale il capo della diplomazia cinese ha segnalato l’importanza del rapporto con la Russia e del “nuovo modello di relazione di grande potenza, diverso da quello del periodo della Guerra fredda” stabilito da Pechino con Mosca, di fronte all’ostilità “sconcertante” e “assurda” degli Stati uniti.
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