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Roma, 13 lug. (askanews) – “Dalla stampa apprendiamo
positivamente che la nostra battaglia avrebbe portato ad un
ripensamento sulla composizione del consiglio di amministrazione
di Cassa Depositi e Prestiti in cui sarebbero salvaguardati i
diritti di genere, con una presenza paritaria e non maggiore.
Rimane comunque l’interrogazione al ministro Giorgetti per
approfondire come il Governo o la stessa Cdp sia arrivata anche
solo a pensare di modificare uno statuto per ridurre le quote di
genere, così come rimane comunque un segnale molto grave che non
si sia riusciti a trovare una soluzione senza modificare lo
statuto di Cdp. Una modifica dello statuto che graverà sulla
spesa pubblica e sui cittadini che pagano le tasse dovendo
prevedere dei compensi aggiuntivi a carico della pubblica di
amministrazione per i nuovi consiglieri”. Lo dice la senatrice
Beatrice Lorenzin, vicepresidente del gruppo del Pd.

“Il Governo e i partiti di maggioranza – prosegue Lorenzin –
pur di saldare cambiali elettorali non riescano ad esprimere
semplicemente due donne. Un brutto segnale in una fase già di
regressione sociale dei diritti per le donne e di episodi di
violenza insopportabili. Aver potuto pensare di ridurre la
presenza femminile in un organo di governance così importante
come Cdp rimane un episodio molto grave su cui continuare a
vigilare, ingiustificabile da tutti i punti di vista”.

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