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Roma, 9 lug. (askanews) – Fibrillazione tra i gruppi di maggioranza (e non solo) nell’aula della Camera su un ordine del giorno del Pd al ddl Nordio, che interviene sulla legge Severino. Il governo si è rimesso all’aula e la maggioranza si è spaccata: Fdi non ha partecipato al voto mentre Fi e Lega si sono espressi a favore. Tra le file dell’opposizione, ha votato contro il Movimento Cinque Stelle, Avs invece a favore.
Durante la discussione il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (Fi) ha dato parere contrario sulle premesse e si è rimesso all’aula sull’impegno per il governo. La presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, è intervenuta chiedendo una modifica. A quel punto, Sisto ha provato a proporre una riformulazione che includesse quanto sollevato dalla Colosimo ma quando i proponenti hanno respinto la riformulazione del testo, Sisto ha confermato che si sarebbe rimesso all’aula. Le premesse, su cui il governo aveva dato parere negativo, sono state respinte (106 contrari e 59 favorevoli), mentre è stato approvato il dispositivo con 134 voti a favore e 33 contrari.
Il testo del dispositivo impegna il governo “ad effettuare, nell’ambito delle sue prerogative, un nuovo bilanciamento” nell’ambito della Severino “prevedendo l’esclusione dalla sospensione per gli amministratori regionali e locali a seguito di sentenze non definitive” così come accade per sottosegretari, deputati e ministri. Questo “ovviamente laddove non riguardino delitti di particolare alarme sociale”.
Il dem Federico Gianassi ha spiegato così il perché sia stata respinta la formulazione del testo richiesta da Fdi: “non abbiamo accettato la riformulazione del governo perché era troppo riduttiva, mentre la nostra formula, che esclude cambiamenti di normativa per tutti i reati di grave allarme sociale, è ben più ampia dei soli reati di mafia e di criminalità organizzata e comprende anche reati associativi e corruttivi”.
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