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Roma, 24 lug. (askanews) – Sindacati in pressing sul governo alla vigilia del tavolo sul problema del caldo estivo al ministero del Lavoro.

“Vorrei ricordare che fra una settimana probabilmente il caldo è finito. Nel Nord Italia le temperature si sono già abbassate. Se aspettiamo settembre per dei protocolli probabilmente ci dovremmo parlare del freddo”, ha ironizzato il segretario generale della della Uil, Pierpaolo Bombardieri incontrando i giornalisti al termine del tavolo sull’auto con il ministro di Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso.

“Ma ovviamente siamo disponibili a discutere – ha aggiunto – sempre sapendo che l’interesse prioritario per noi è la tutela della vita di lavoratori e lavoratrici”.

Anche secondo il segretario della Cgil, Maurizio Landini nell’intervenire su questo tema “siamo già in ritardo, perché il caldo oggi c’è, è passata un’altra giornata e non vorremmo che succedesse come già successo, di gente che sta male o addirittura muore. Per noi era necessario intervenire con provvedimenti immediati su cui non c’era nemmeno bisogno di discutere: estendere la cassa integrazione a tutti i settori di attività e fissare linee molto precise – ha affermato – su quale sia il livello oltre al quale bisogna intervenire perché non ci sono le condizioni per poter lavorare”.

Sempre secondo Bombardieri, infatti “c’è già una norma che prevede che a 35 gradi le aziende possano fare una richiesta di cassa integrazione. Il tema che hanno riscontrato i presidenti di Calabria e Puglia, è che quando si arriva quella temperatura chi blocca i lavori? Forse è importante dare un indirizzo omogeneo”.

Il leader della Cisl, Luigi Sbarra chiede di “definire il protocollo d’intesa tra governo e parti sociali nella prospettiva di rafforzare quanto più possibile lo strumento della cassa integrazione, per alcuni settori in modo particolare: l’edilizia, l’agricoltura. E c’è il tema dei Ryder. E poi pensiamo che bisogna cercare delle forme di sollecitazione al sistema delle imprese per i dispositivi di protezione individuale e per una organizzazione del lavoro che affronti questo tema delle ondate di calore”.

“Significa far ruotare le persone, impegnare il lavoro agile dove è possibile ipotizzarlo e investire subito e maggiormente sulla sorveglianza sanitaria. Consegnare il vestiario e attrezzature anti calore. E dove è possibile – ha aggiunto – spostare le prestazioni lavorative dalle fasce orarie dove si avverte maggiore caldo. Ho apprezzato le Regioni che hanno adottato ordinanze ad hoc bloccando l’attività lavorativa nella fascia oraria che va dalle 12 alle 16”.

Conclude il pressing Landini: “si sta perdendo tempo. Noi ci auguriamo che domani delle decisioni si prendano, perché si sta intervenendo tardi”.

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