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Roma, 16 feb. (askanews) – Italia e Romania insieme verso le nuove sfide dell’innovazione, della cybersecurity, della sostenibilità. E’ questo il messaggio che emerge dal Business Forum, molto partecipato, che si è svolto ieri alla Farnesina, con la presenza di oltre 160 tra aziende, banche ed enti, che si sono confrontati sui temi dell’energia, dell’agroindustria, della digitalizzazione, delle infrastrutture e della metalmeccanica.

Ad aprire il Forum, organizzato dal ministero degli Esteri, in collaborazione con Ice e l’ambasciata di Romania in Italia, e moderato da askanews, il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha sottolineato “relazioni bilaterali di straordinario livello”, “relazioni veramente solide, basate sulla storia, sulla comune identità neo-latina”. Basi, insieme ai dati economici e dell’interscambio che punta al record di 20 miliardi per il 2023, che possono consentire di “sviluppare una strategia
anche per la crescita delle nostre economie guardando anche la
transizione ecologica con una visione che deve essere molto
pragmatica”.

Dopo Tajani è intervenuta l’omologa romena Luminita Odobescu che ha rimarcato come la “cooperazione bilaterale fra
Italia e Romania nel settore economico sia eccellente” e “speriamo di continuare questo trend ascendente” dell’interscambio. “Sono convinta che solo attraverso la collaborazione, le sinergie, le nuove tecnologie possiamo fronteggiare assieme le grandi sfide del presente”, ha proseguito Odobescu. A seguire il ministro dei Trasporti romeno, Sorin Mihai Grindeanu, che in perfetto italiano ha voluto ricordare le opportunità offerte dal Pnrr romeno che punta a investire 3,9 miliardi nella modernizzazione e nell’ampliamento della rete ferroviaria e stradale romena.

Il Forum è stato un momento per affrontare i temi delle sfide per Italia e Romania comuni con ancora più slancio, secondo il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli che ha sottolineato, parlando ad askanews, “il grande successo” del Business forum “voluto fortemente dal ministro Tajani e dalla Farnesina” che “si è concluso con una partecipazione straordinaria, 160 aziende, tra cui le più grandi aziende a controllo pubblico italiano, ma anche tanti manager privati, insieme alla Romania stiamo facendo cose già importanti da tempo. Le nostre imprese lavorano già da 20 anni, avendo creato un legame forte e importante, la comunità romena è presente come lavoratori e anche come investimenti in Italia ma si tratta di rilanciare la sfida sui nuovi settori tecnologici innovativi e energetici per creare una partnership economica e politica ancora più solida”.

Presenti moltissime aziende leader, da Ansaldo Nucleare, che ieri nel corso del Vertice intergovernativo ha firmato un Memorandum of understanding con il gruppo assicurativo-finanziario italiano Sace e l’azienda romena per l’energia nucleare Societatea nationala Nuclearelectrica: un’intesa che punta a strutturare una linea di finanziamento fino a 2 miliardi di euro, con il supporto assicurativo di Sace e a sostenere il
rafforzamento delle attività connesse alla produzione di energia
nucleare in Romania, in particolare quelle legate all’estensione
di vita dell’Unità 1 della centrale di Cernavoda e allo sviluppo
delle Unità 3 e 4.

La stessa Nuclearelectrica, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Fincantieri, Leonardo, Ferrero, Donalam, Saipem e Bonatti tra le altre, SIMEST e EXIMBANK, Abundia Bucarest, Oice, Ance. La presenza imprenditoriale in Romania, infatti, è strutturata e forte, con oltre 21mila aziende attive, ma c’è ancora un potenziale di sviluppo, secondo la vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione Barbara Beltrame Giacomello: “Io credo che ci sia assolutamente spazio per l’Italia, ci sono un sacco di opportunità e glielo dico personalmente perché abbiamo un’azienda lì e ci stiamo ampliando sempre di più. Ce ne sono, bisogna lavorare su tutta la parte di istruzione e tecnica, farla assieme, perché ci sono delle opportunità per le persone che abitano in Romania ad apprendere delle mansioni dove noi abbiamo il know how che è essenziale. Così le nostre imprese possono andare lì molto più sicure e in maniera concreta trovare delle opportunità di business”.

Il presidente di Ice Matteo Zoppas ha ricordato che la Romania “è sempre stato un partner strategico per l’Italia, in passato più come porta per la delocalizzazione dove gli imprenditori dovevano andare a malincuore a dislocare le proprie produzioni per non perdere i clienti che cercavano delle alternative a buon prezzo, oggi per fortuna la situazione sta cambiando, perché la Romania come gli altri stati vicini si sta trasformando sempre di più in un potenziale cliente per i nostri imprenditori”. E “10 miliardi di euro di fatturato export verso la Romania sono un interscambio importante”, con “tra 2 e 3 punti percentuali di crescita rispetto al 2022, un buon numero, quindi si confermano anche le attività che stiamo facendo come Ice sul territorio che vanno dal design alla cucina italiana al metalmeccanico alla componentistica e alla tecnologia e non dobbiamo dimenticare che siamo tra i leader mondiali di quella che si chiama agritech, e lì c’è molto da fare. La parola d’ordine sempre di più sostenibilità e quindi la possibilità di fornire tecnologie che aumentano l’efficacia e l’efficienza delle produzioni mantenendo alto il coefficiente di sostenibilità. E’ la ricetta perfetta a cui si rivolgono tutti gli esteri all’Italia per avere il nostro best in class, il migliore, il fatto meglio”.

(di Daniela Mogavero)

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