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Roma, 22 gen. (askanews) – Il personale della Bce “boccia” Christine Lagarde. Secondo un sondaggio effettuato dal sindacato di categoria, l’Ipso, oltre un dipendente dell’istituzione su due – il 50,6 per cento – giudica “negativa” o “pessima” la sua performance alla presidenza.

La consultazione è stata condotta a metà mandato e segna un deciso peggioramento rispetto ai punteggi che i predecessori di Lagarde avevano ottenuto in iniziative sindacali analoghe, sebbene nel loro caso fossero state effettuate verso il termine dei rispettivi incarichi.

Su Mario Draghi meno del 10% dei dipendenti della Bce giudicava la performance negativa o pessima, mentre il 75,5% degli intervistati la valutava “positiva”, “molto positiva” o “eccezionale”. Con Trichet la somma dei due giudizi negativi si limitava al 14,5%.

Dal sondaggio di Ipso emerge un diffuso malcontento del personale Bce in merito al sistematico sconfinare della presidente su questioni ritenute politiche. Una deriva che sembra aver aperto una frattura tra i dipendenti, personale altamente specialistico e oggetto di una rigorosa selezione, e una presidente percepita come “una autocrate – afferma l’Ipso nella relazione che accompagna il sondaggio – antidemocratica e paternalistica”.

“Di fatto – prosegue l’Ipso – le evidenze suggeriscono che Christine Lagarde si è esposta a giudizi negativi come presidente della Bce perché le sue attività pubbliche sono percepite come maggiormente focalizzate su questioni non collegate all’attività centrale della Bce, e perché non mostra lo stesso stesso profilo tecnico dei due precedenti presidenti sulle tematiche monetarie”. In pratica non le viene riconosciuta la stessa competenza di Trichet e Draghi.

L’uso del ruolo tecnico dell’istituzione su terreni ritenuti impropri, poi, viene vissuto come un rischio sulla credibilità: quasi due dipendenti su tre, il 63,9% esprimono “forte dissenso” con l’idea che la presidenza Lagarde abbia aiutato a rafforzare la reputazione della Bce, mentre solo uno su cinque, il 20,5% ritiene che l’abbia migliorata. La maggioranza dei dipendenti, il 53,5% si dice fortemente in disaccordo con l’idea che Lagarde sia la giusta presidente per la Bce nella fase attuale e solo un 22,8% ritiene che lo sia. Il sondaggio è stato condotto tra il 12 e il 22 dicembre presso 1.159 dipendenti.

La valutazione della performance complessiva di Christine Lagarde come presidente vede nel 20,1% dei casi i dipendenti della Bce esprimere un giudizio “pessimo”, un altro 30,5% un giudizio “negativo”. Secondo un 24,2% l’operato di Lagarde è stato “nella media”, secondo un altro 12,3% è stato invece “positivo”, secondo un 8% “molto positivo” e secondo un 2,6% è stato “eccezionale”. Un 2,4%, riporta ancora l’Ipso, ha detto di non saper rispondere.

Il sondaggio mostra che Lagarde non ottiene punteggi migliori neanche sulle politiche di inclusione di sesso. Anzi, proprio su questo elemento l’insoddisfazione è salita di ben 20,4 punti percentuali al 44,5%, sebbene in questo caso la maggioranza dei dipendenti esprima forte soddisfazione, con un 46,4%.

Sull’inserimento di tematiche ambientali nel mandato della Bce, questione oggetto di lunghe controversie, la maggior parte dei dipendenti, il 57,3%, concorda con la linea di Lagarde, ma l’Ipso sottolinea come oltre un dipendente su tre, il 34,7%, dissenta da queste posizioni.

La negatività dei giudizi sale molto più in alto su altre tematiche. A stragrande maggioranza i dipendenti coinvolti nella consultazione esprimono forte insoddisfazione sulle prospettive di carriera alla Bce (81,7%), sulla trasparenza delle procedure di assunzione (73,1%), sul livello di precarietà dei contratti dei (64%), sull’inadeguata tutela del potere d’acquisto tramite i salari (77,7%) sul generale atteggiamento dei responsabili delle risorse umane verso i dipendenti (76,6%), e sui livelli di dei carichi di lavoro e di stress (57,5%).

In tutti questi casi livelli di insoddisfazione sono nettamente aumentati rispetto alla precedente consultazione, avvenuta nell’era Draghi. Ma il malcontento va oltre Lagarde. Se si esamina il livello di fiducia verso tutto il Comitato esecutivo della Bce, l’organismo decisionale chiave in cui oltre alla presidente siedono il vicepresidente e altri quattro componenti, la quota di coloro che esprimono poca fiducia (38%) o nessuna fiducia (21,3%) balza al 59,3%, a fronte del 40,6% che secondo l’Ipso si registrava su questa due voce un anno fa (solo su questo aspetto il precedente sondaggio risale al novembre 2022).

Il sindacato lamenta che come in altre occasioni i vertici della Bce hanno contestato con comunicazioni interne ai dipendenti la validità e la qualità del sondaggio. Ma stavolta spingendosi oltre: l’Ipso riporta un episodio specifico su Frank Elderson, componente olandese del Comitato esecutivo e vicepresidente della Vigilanza bancaria. “Dopo l’avvio del sondaggio Elderson ha convocato i dirigenti dell’Ipso per un incontro. Ha contestato la legittimità di una indagine che puntasse a valutare il parere del personale sulla performance della presidente. Ha sostenuto che non fa parte del mandato di un sindacato e – conclude il sindacato dei dipendenti – che i partecipanti non avrebbero avuto necessariamente le competenze specifiche per rispondere alle domande”. (di Roberto Vozzi).

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