2 minuti per la lettura
Roma, 6 dic. (askanews) – Le crisi bancarie della scorsa primavera negli Stati Uniti potrebbero aver evidenziato la necessità, in Europa, di effettuare un monitoraggio di vigilanza “più granulare” nelle fasi di normalità, assieme a una maggiore frequenza nelle richieste di rendicontazioni addizionali alle banche. Lo ipotizza la Bce in un rapporto di analisi.
Il meccanismo di prevenzione e controllo dei rischi sulle liquidità approntato dalle istituzioni di vigilanza bancaria internazionale dopo la crisi finanziaria del 2007-2009 si è palesemente dimostrato incapace di impedire le crisi che la scorsa primavera hanno coinvolto la Silincon Valley Bank, e diverse altre banche degli Stati Uniti, e parallelamente il Credit Suisse in Europa.
Nel bollettino macro prudenziale pubblicato oggi, la Bce rileva che questi episodi hanno “sollevato interrogativi” sul sé questo meccanismo – il chiamato Liquidity Coverage Ratio (Lcr), creato nel 2013 dal comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria – abbia “funzionato per come era stato concepito”.
E le risposte che l’istituzione si dà in questo rapporto semestrale sono articolate. La Bce parte dal fatto che il Lcr “non è concepito per coprire tutti i rischi estremi che coinvolgano fughe di depositanti come nei bank run, piuttosto deve assicurare che le banche possano affrontare un certo scenario di stress liquidità”.
Inoltre alcuni rischi di liquidità, come la concentrazione dei finanziamenti o i rischi di liquidità intraday – cioè quelli che si possono innescare durante le operazioni ordinarie quotidiane – non sono esplicitamente indicati dal meccanismo, che il comitato di Basilea ha introdotto tra gli strumenti di monitoraggio delle autorità di vigilanza bancaria nazionali.
Secondo lo studio, però “le turbolenze di marzo non hanno portato a deflussi rilevanti per le istituzioni che ricadevano sotto la vigilanza bancaria della Bce. Anzi, i dati “confermano che i coefficienti del Lcr hanno coperto la maggior parte dei deflussi di depositi negli episodi di tensione tra il 2016 e il 2023”.
Al tempo stesso, tuttavia, le turbolenze che si sono create sul sistema bancario nella scorsa primavera “hanno evidenziato ricadute di eventi estremi per i quali il Lcr non era stato disegnato”. E “l’identificazione anticipata di anomalie che riflettano rischi estremi (tail risks) è per questo essenziale e potrebbe richiedere approcci maggiormente dettagliati e un reporting più frequente durante i periodi di normalità”, dice la Bce.
L’istituzione ricorda che nell’Unione Europea le autorità di vigilanza bancaria hanno già la possibilità di richiedere rendicontazioni addizionali più frequenti alle banche vigilate. E che in futuro sarà opportuno effettuare “ulteriori monitoraggi” sul ricorso a requisiti prudenziali addizionali per assicurare l’efficace funzionamento del sistema Lcr.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA