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Roma, 10 apr. (askanews) – Domani alle 14 e 15 la Banca centrale europea comunicherà le sue decisioni di politica monetaria. Nonostante i continui cali dell’inflazione, che resta comunque ancora marginalmente superiore all’obiettivo del 2% dell’istituzione, la persistente debolezza dell’economia, del credito bancario, e le frenate delle dinamiche positive su salari e utili delle imprese, l’attesa dominante è che l’istituzione mantenga i livelli nettamente restrittivi dei tassi di interesse. E che attenda ulteriormente, presumibilmente fino a giugno, per operare una prima riduzione sul costo del danaro.

Alle 14 e 45 la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.

La vigilia delle decisioni del Consiglio Bce è stata segnata dai dati sull’inflazione negli Stati Uniti, dove contrariamente a quanto sta avvenendo nell’area euro si è verificata una inattesa risalita, al 3,5% a marzo (nello stesso mese i cui ha rallentato al 2,4% per la media dei Paesi euro).

Questo sviluppo ha bruscamente risvegliato i pessimismi dei mercati, dato che implicitamente fa slittare in avanti la data di un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

Proprio oggi i verbali del direttorio della Banca centrale statunitense, il Fomc che si è svolto il 19 e 20 marzo ribadiscono che per prendere in considerazione qualsiasi aggiustamento ai tassi, i banchieri centrali Usa “valuteranno attentamente i dati che perverranno, l’evolversi delle prospettive e il bilanciamento dei rischi. I componenti – si legge – hanno concordato che non si attendono che risulti appropriato ridurre i tassi fino a quando non avranno maggiore fiducia che l’inflazione si stia muovendo in maniera sostenibile verso il 2%”.

Esattemente l’opposto di quello che si è appena verificato. Tra gli analisti c’è già chi ipotizza che di tagli non se ne parli prima di novembre. E, prima ancora dei dati diffusi oggi, erano anche state espresse valutazioni da parte di player rilevanti del panorama bancario e finanziario statunitense che escludevano tagli ai tassi per tutto questo 2024. I verbali del Fomc aggiungono che “quasi tutti i componenti si attendono che, a un certo punto più avanti nel corso di quest’anno dovrebbe essere appropriato muovere la linea a un livello menoi restrittivo”. Ma appunto si riferiscono a un incontro al quale ancora non si conoscevano questi ultimi dati sul caro vita.

Intanto il dollaro è balzato al rialzo, mentre Wall Street è tornata a perdere terreno. In serata l’euro si scambia a 1,0743 sul biglietto verde, sui minimi da inizio mese.

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