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Roma, 22 giu. (askanews) – Si vota per tutta la giornata di domenica e mezza giornata di lunedì anche a Bari per un ballottaggio che sulla carta potrebbe apparire scontato: al primo turno il candidato sindaco del Pd, Vito Leccese, ex capo di gabinetto del primo cittadino uscente Antonio Decaro, ha raccolto il 48 per cento dei consensi contro il 29 del suo rivale, Fabio Romito, avvocato e consigliere regionale della Lega. Scontato perché il terzo classificato del primo turno, il “civico” di sinistra Michele Laforgia, che godeva anche del sostegno di Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, dopo aver raccolto quasi il 22 per cento dei voti ha confermato l’intenzione sua e della sua coalizione di appoggiare Leccese al secondo turno. Leccese e Laforgia si erano scontrati anche duramente in campagna elettorale, dopo che quest’ultimo aveva fatto saltare le primarie di coalizione a seguito delle notizie sulle inchieste giudiziarie per corruzione e voto di scambio politico-mafioso che hanno investito soprattutto l’area delle liste civiche di centrosinistra legate a Decaro e al presidente della Regione, Michele Emiliano. Bari in effetti rimane sotto la spada di Damocle della commissione d’accesso del Viminale, che potrebbe al Governo lo scioglimento del Comune per mafia.
Nonostante i toni di qualche esponente nazionale della coalizione di governo, Romito ha cercato di non scommettere troppo sull’effetto delle inchieste giudiziarie in corso e in una intervista di fine campagna pubblicata dal quotidiano locale La Gazzetta del Mezzogiorno si è limitato a parlare della necessità di “irrobustire quelle contromisure che già a Bari sono molto forti, grazie all’eccellente lavoro che svolgono le forze dell’ordine e la magistratura”. Del resto, il clamoroso successo di Decaro alle elezioni europee, che, con mezzo milione di preferenze raccolte nella sola circoscrizione Sud, è primatista nelle liste del Pd, dimostra che il danno d’immagine portato al centrosinistra dal terremoto giudiziario non ha scalfito le personalità più in vista della passata amministrazione. E proprio l’appoggio di Decaro (“un sortilegio” il suo rapporto con la città, secondo qualche commento a caldo dell’entourage di Romito dopo il primo turno delle comunali) ha certamente pesato nel successo di Leccese, da vent’anni impegnato con ruoli più tecnici che politici, pur avendo un lontano passato da attivista, consigliere comunale e deputato dei Verdi. Non a caso, Romito ha provato a puntare il dito sull’altro (e meno popolare) sponsor del candidato sindaco del centrosinistra: “Contrariamente alla retorica adottata da Leccese verso i cittadini, con un marketing elettorale profondamente scorretto, votando per lui non si vota per Decaro, ma per Michele Emiliano, che era e resta – ha sostenuto sulla Gazzetta l’esponente leghista – l’azionista principale di questo progetto in continuità con vent’anni di amministrazione rossa”.
Quanto al favorito del ballottaggio, sul tema delle inchieste ha rivendicato i galloni a suo giudizio conquistati sul campo dall’amministrazone Decaro: “A Bari – ha detto nell’intervista sul quotidiano locale, parallela a quella di Romito – esistono clan della criminalità organizzata ma, come hanno detto i magistrati e non io, l’amministrazione ha sempre collaborato con la giustizia e le forze dell’ordine per combattere il fenomeno”.
Di recente Laforgia si è recato in Procura per segnalare notizie di reato sempre legate al voto di scambio, “bene ha fatto”, ha commentato Leccese, “a denunciare un episodio di cui è venuto a conoscenza. Attendiamo che la magistratura faccia il suo lavoro”.
Criticato per la sua eccessiva “internità” alla storia ventennale della città governata dal centrosinistra, Leccese non ha mai cercato di negarla, ma qualche correzione di rotta l’ha promessa: “Ho detto e ripetuto – ha spiegato sulle pagine della Gazzetta – che per me essere in continuità con un’amministrazione virtuosa come quella di Antonio non è un’accusa ma una medaglia e me la appunto sul petto con orgoglio. Sono cosciente che non tutto è andato come avremmo voluto. Un esempio per tutti: l’esplosione del turismo va regolamentata e orientata secondo una strategia più matura, perché oltre a portare enormi benefici economici, può generare criticità che nuocciono ai cittadini”.
L’ultima parola spetta agli elettori: al primo turno si è presentato ai seggi poco più del 60 per cento degli aventi diritto. Se c’è motivo per ritenere il risultato del ballottaggio un dato non scontato, è proprio questo: i cittadini in prima battuta andranno convinti a recarsi alle urne, cosa non facilissima in Puglia in questa stagione, con previsioni meteo e temperature che suggeriscono altri modi per passare il tempo, soprattutto nella giornata di domenica. Ancor più difficile proprio a causa dello scrutinio del primo turno e del grande distacco di partenza fra i due candidati: quello di centrosinistra che potenzialmente può contare su un bacino del 48+22 per cento e quello di centrodestra che l’8 e 9 giugno si è fermato al 29 per cento. Paradossalmente, però, si tratta di un problema comune ai due sfidanti. Leccese, infatti, deve convincere i simpatizzanti delle due aree cittadine di centrosinistra che non ha già vinto e serve un ultimo sforzo, mentre Romito deve motivare i sostenitori del centrodestra, spiegando loro che nonostante il distacco la partita non è persa.
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