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Roma, 5 mar. (askanews) – Nuovo rafforzamento dell’attività delle imprese nel settore dei servizi in Italia, salita ai massimi da 9 si a febbraio e dove si assiste a un ulteriore aumento dell’occupazione che ha reso possibile alle aziende una capacità operativa supplementare e un miglior smaltimento degli ordini in sospeso.

A febbraio l’indice Pmi relativo alle imprese dei servizi nella penisola è salito a 52,2 punti, secondo quanto riporta S&P Global, da 51,2 punti di gennaio. Per il secondo mese consecutivo, risultando superiore alla soglia di neutralità dei 50 punti indica un aumento della produzione. Un elemento che resta problematico è quello delle pressioni sui prezzi nel comparto, ancora elevate.

Il purchasing managers index viene effettuato mediante un sondaggio presso i responsabili degli approvvigionamenti delle imprese.

Secondo un economista della Hamburg Commercial Bank, Tariq Kamal Chaudhry, menzionato nel comunicato sui dati il terziario italiano “sta recuperando terreno. L’Italia sta attraversando dinamiche economiche al di sopra della media dell’eurozona, e in questo contesto il settore terziario sembra dare un segnale di speranza. Il settore dei servizi italiano appare stabile su basi solide”.

“La ripresa degli ordini non è robusta abbastanza da accumulare lavoro inevaso, che invece continua a diminuire. Ad aggiungersi, c’è che le aziende del settore terziario stanno ancora barcamenandosi tra prezzi alti. È comunque consolante che, in questa difficile situazione inflazionistica, le aziende terziarie siano riuscite a ridurre il divario tra costi sostenuti e tariffe applicate ai clienti”, prosegue. “Le previsioni di crescita a lungo termine del settore dei servizi sono incerte. Le aziende monitorate restano soprattutto intimorite dalle prospettive economiche e geopolitiche”.
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