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Roma, 27 giu. (askanews) – Si apre domani a Sorrento l’Assemblea nazionale dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) sul tema “Partecipazione e democrazia nell’impresa. In cammino verso la 50ª edizione delle Settimane Sociali dei cattolici italiani”. In una intervista firmata da Francesco Provinciali su Il Domani d’Italia, il presidente dell’Ucid, Gian Luca Galletti, sottolinea come sia determinante “scommettere sull’economia civile”.

“Troppo a lungo abbiamo considerato il lavoro come un semplice input produttivo, un fattore della produzione al pari di commodities quali carbone e acciaio. L’epoca industriale sia germinata in Europa dall’illuminismo e della rivoluzione scientifica, ma è mancato un apporto realmente umanistico – spiega Galletti -. È sfuggito di considerare che dietro al lavoro c’è l’uomo e che il lavoro umano ha parte importante nella costruzione della società”.

Per Galletti al centro dell’impegno dell’Ucid verso un modello inclusivo di solidarietà sociale, ispirato alla umanizzazione del mondo del lavoro che tenga conto delle radici culturali del cattolicesimo sociale – come domanda Provinciali – c’è “innanzitutto, il tema delle competenze: il cambiamento di ciò che ci circonda richiede l’aggiornamento continuo del saper fare e quindi un’attitudine aperta all’apprendimento che fa bene all’organizzazione aziendale e al contempo potenzia l’occupabilità e la qualità del lavoro. Poi c’è il tema del welfare: oggi l’impresa è chiamata ad affiancare i sistemi pubblici per rispondere ai bisogni sociali emergenti. Quante famiglie si trovano schiacciate tra compiti di cura dei figli e compiti di cura degli anziani. Sono le cosiddette famiglie sandwich, le donne sono particolarmente toccate da questo surmenage e troppo spesso ne fanno le spese trovandosi nella condizione di dover scegliere tra vita professionale e famiglia. In gran parte questi problemi possono trovare risposte, ma serve l’impegno di aziende e politica, insieme. Il rapporto lavoro deve essere il più possibile supportivo, comprendendo servizi di welfare (dall’asilo nido aziendale fino a bonus e convenzioni che allevino le spese di cura) e prevedere una certa flessibilità organizzativa (penso alla banca ore, allo smart working, alle varie formule dei pacchetti-flessibilità)”.

Sui temi della rivoluzione tecnologica e della transizione ecologica Galletti segnala poi come i cattolici siano “tutt’altro che chiusi verso l’innovazione, ma giustamente riflessivi sulle implicazioni della tecnologia. Qui il nostro compito è difendere i valori della democrazia liberale: la tecnologia deve ampliare gli spazi di libertà, non deve divenire potere controllante, ma rimanere una forma operativa controllabile, la cui governance va sottoposta a regolamentazione e democratizzata. L’Europa ha avviato un percorso in questo senso con l’AI Act, vedremo con che margini di efficacia. Ma penso che siamo sulla strada giusta e che come cattolici abbiamo da dire la nostra quando sento parlare padre Benanti, cappuccino e tra i massimi esperti di intelligenza artificiale”.

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