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Roma, 19 set. (askanews) – L’Esma, la scuola di meccanica della marina argentina che fu forse il più tremendo centro di detenzione e tortura durante gli anni della dittatura militare, dopo essere stato trasformato in Museo della Memoria della ‘sporca guerra’ è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO. Lo spazio museale, creato proprio dove operava il centro di detenzione, tortura e sparizione più emblematico della dittatura è quindi da adesso nell’elenco dei siti protetti dall’UNESCO.
Una decisione importante, scrive Pagina 12, che giunge proprio mentre nel paese si segnala un picco di attacchi negazionisti e relativisti che tendono a sminuire la responsabilità della dittura militare negli anni settanta.
L’ESMA non ha mai smesso di essere quello che era dal 24 marzo 1976: un emblema del massimo orrore. Per questo motivo, perché, dopo il recupero di quel bene della Marina per la società, lo Stato argentino ha allestito, nel luogo specifico in cui operava il campo di concentramento, un Museo della Memoria, un dispositivo che funzionasse per ricordare sempre e per non dimenticare mai i sequestri , le torture, gli abusi, le nascite clandestine e i rapimenti di bambini avvenuti durante la dittatura,
La decisione dell’Unesco è stata accolta con favore dal presidente Fermandez. “Hanno fatto un passo importante: hanno trasformato la Scuola di Meccanica della Marina in un luogo della memoria nel patrimonio universale”, ha detto il presidente Alberto Fernandez in un un video aggiungendo che la decisione lo rafforza nella convinzione che ” nessuno in Argentina può più negare o dimenticare l’orrore che si è vissuto lì”.
“Questo riconoscimento a livello internazionale costituisce una risposta forte ai discorsi che negano o cercano di relativizzare il terrorismo di Stato e i crimini dell’ultima dittatura civile-militare”, ha affermato il Segretario per i Diritti Umani della Nazione, Horacio Pietragalla Corti dall’Arabia Saudita, dove ha assistito all’incontro Unesco insieme alla direttrice del Museo, María Marcela Mayki Gorosito, e alla rappresentante dell’Argentina presso l’UNESCO, Marcela Losardo. Nessuna di loro ha trattenuto la propria emozione alla notizia.
“E nulla sarebbe stato possibile senza il viaggio di decenni di lotta di madri, nonne, organizzazioni per i diritti umani, familiari e sopravvissuti che hanno sostenuto fin dall’inizio che ciò che è accaduto all’ESMA è stato ed è un genocidio”, ha osservato Pietragalla.
“È un momento storico per noi”, ha detto a sua volta Losardo davanti alla commissione e prima di introdurre il messaggio che il Presidente ha lasciato registrato – è all’Assemblea dell’ONU, negli Stati Uniti -, in cui ha dedicato la scelta dell’Unesco alle Madri e alle Nonne di Plaza de Mayo, che “ci hanno insegnato a non dimenticare, a cercare giustizia”.
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