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Bari, 13 giu. (askanews) – “Rammarico” per la posizione dell’Italia sull’aborto; Macron fa “campagna elettorale” usando il G7. Tra il presidente francese e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni la freddezza percepita al mattino, in serata diventa scontro frontale.

Motivo della frizione il ‘caso’ dell’aborto, scoppiato ieri e oggi cresciuto fino a esplodere. Questa mattina diverse fonti diplomatiche avevano confermato che nella bozza delle conclusioni, che saranno diffuse domani, era stato cancellato il riferimento (inserito al G7 di Hiroshima) alla necessità di garantire “un accesso effettivo e sicuro all’aborto”. Un intervento di ‘bianchetto’ che avrebbe suscitato il disappunto, tra gli altri, della Francia, che puntava il dito contro l’Italia.

Forse anche per questo motivo stamane, il saluto tra i due era apparso “imbarazzato” agli osservatori: si erano scambiati due baci, poi la foto con Macron che ha stretto il braccio di Meloni, ma mantenendo una distanza. La premier gli ha teso la mano e i due si sono avvicinati per uno scatto. Né era sfuggito qualche sguardo non propriamente benevolo del leader francese nei confronti della collega, catturato dalle immagini della regia ufficiale.

Nel pomeriggio la Presidenza italiana ha provato a chiudere il caso, mostrando però per intero l’irritazione per quella che è stata giudicata come una “scorrettezza”. Secondo quanto spiegavano le fonti italiane, infatti, è vero che nella dichiarazione non c’è la parola aborto ma perchè gli impegni assunti a Hiroshima “vengono tutti riconfermati”. Dunque “non si fa nessun passo indietro”. Evidentemente, per Roma, da qualcuno è stato “montato un caso” con “un po di strumentalizzazione elettorale o post-elettorale”. Chi fosse il ‘qualcuno’ le fonti non lo volevano dire per “etica professionale”, ma il riferimento alle elezioni portava piuttosto chiaramente a Parigi.

Tempo due ore, terminati i lavori e prima della cena con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e Macron ha sferrato il suo attacco a viso aperto. “La Francia – ha scandito in una dichiarazione a Borgo Egnazia – ha integrato nella sua Costituzione il diritto delle donne all’aborto, la libertà di disporre del proprio corpo. Queste non sono le stesse sensibilità che esistono oggi nel vostro Paese. Me ne rammarico”.

Parole che, appena battute dalle agenzie, fanno suonare l’allarme rosso a Palazzo Chigi. E questa volta è Meloni che deve replicare in prima persona: “La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia ‘sicuro e legale’. È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici. Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi – è l’accusa all’inquilino dell’Eliseo – fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7”.

Il saluto all’arrivo al Castello Svevo di Brindisi, questa sera, fa capire che le prossime ore saranno all’insegna della tensione: Macron, dopo aver salutato con cordialità Mattarella e la figlia Laura, si è girato verso Meloni, a cui ha fatto un baciamano ricambiato da un freddo sorriso. Tra i due anche qualche parola, a denti stretti.

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