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Roma, 10 apr. (askanews) – Non è del tutto chiusa la partita del “campo largo” nelle elezioni comunali di Bari, i “pontieri” continuano a lavorare. Alle origini della fatica dei mediatori c’è lo strappo del candidato civico di sinistra, sostenuto anche dal M5S, Michele Laforgia, che ha annullato con soli tre giorni di preavviso le primarie (dopo aver chiesto senza esito al Pd di sospenderle in conseguenza delle notizie su una nuova inchiesta giudiziaria sulla corruzione elettorale) che lo vedevano contrapposto a Vito Leccese, candidato del Pd e capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro. Nichi Vendola e Nicola Fratoianni, i capi di Sinistra italiana che sostenevano Laforgia ma sono stati spiazzati dalla rottura nella coalizione di centrosinistra, sono a Bari, sempre alla ricerca di una intesa su un possibile “terzo uomo” (o terza donna) che possa ricucire lo strappo.
Atteso a Bari anche il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che ha riconfermato ieri la fiducia in Laforgia dopo che il penalista pugliese aveva rimesso la decisione sulla sua candidatura e sui rapporti nel centrosinistra nelle mani delle forze politiche che lo hanno sostenuto. Domani mattina terrà una conferenza stampa annunciata da giorni e che in teoria dovrebbe avere come tema i rapporti fra il M5S e la giunta regionale guidata da Michele Emiliano, dopo le dimissioni dell’assessora Anita Maurodinoia, indagata proprio nell’inchiesta sulla corruzione elettorale e il voto di scambio che ha dato il “la” alle mossa a sorpresa di Laforgia e Conte. Una conferenza stampa i cui contenuti, che dovrebbero riguardare anche l’indicazione di regole condivise con Emiliano a livello regionale sui temi della legalità, erano da considerare subordinati, secondo quanto viene spiegato in ambienti del M5S, anche agli sviluppi politici delle ultime ore. Si allontana a questo punto l’ipotesi di un ritiro dei quattro consiglieri M5S (una dei quali è anche assessora nella giunta Emiliano) dalla maggioranza che sostiene il governo regionale. Sarebbe una rottura che potrebbe ripercuotersi anche sulle future intese per le elezioni regionali pugliesi che si dovranno svolgere nel 2025; sulle quali invece non è da escludere un riavvicinamento fra Pd e 5 stelle proprio grazie ai buoni uffici di Emiliano, la cui parola in Puglia pesa non meno di quella della segretaria nazionale Elly Schlein. Negli ambienti del centrosinistra barese in molti sono convinti che Emiliano non sia entusiasta dell’ipotesi di una candidatura di Decaro (che per ora è destinato al Parlamento europeo) per la successione alla Regione.
Ma il primo nodo da sciogliere resta quello della corsa per il rinnovo del consiglio comunale, che si svolgerà sotto la spada di Damocle del possibile scioglimento per mafia (anche post-elezioni) sulla base del lavoro della commissione di Accesso insediata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’ondata di arresti di febbraio e il commissariamento della municipalizzata dei trasporti. Fonti di vertice del Pd giurano che Leccese sia già in dirittura d’arrivo nella formazione delle listge e che l’armata delle civiche e dei partiti sia in grado di garantire al candidato del Pd una solida base di partenza per sopravanzare il candidato del centrodestra (che dovrebbe essere annunciato nei prossimi giorni, da giorni è considerato in pole position il consiglere regionale leghista Fabio Romito). Ma resta l’incognita Laforgia, che qualche sostenitore nel Pd ce l’aveva e che potrebbe trovare nuove sponde per rilanciarsi, se il dialogo Conte-Emiliano facesse passi avanti più netti di quello al momento congelato fra l’ex premier e il Nazareno.
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