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TARANTO – «Lei è sospeso dal servizio ed abbiamo inviato raccomandata alla quale deve rispondere. Nessun ordine di servizio le è stato assegnato per oggi e per i prossimi giorni. Distinti saluti». E’ uno dei messaggi arrivati sulla chat WhatsApp dei dipendenti che da qualche settimana – sostiene la Cgil – sono passati dalla ditta Tundo al Raggruppamento temporaneo d’imprese composto da Padovano, Dover e Scoppio, che si occupa del trasporto disabili della provincia di Taranto. La denuncia arriva dalla Cgil e dai sindacati di categoria Filt ed Fp Cgil.

La sospensione è stata notificata con un messaggio via WhatsApp a un dipendente considerato «Disobbediente solo perché – sottolineano le organizzazioni sindacali – aveva chiesto, come suo diritto, di conoscere con anticipo gli orari di lavoro del suo contratto part-time». Ma Cgil, Fp Cgil e Filt segnalano anche altri messaggi dello stesso tenore: «Vi ricordiamo che avete l’obbligo, come dipendente subordinato, di obbedire alle direttive gerarchiche del datore di lavoro».

Secondo Mimmo Sardelli, della Funzione pubblica Cgil, e Francesco Zotti, segretario della Filt, questo è «Un appalto che non ha dignità. Lo stesso in cui per mesi è stato negato il lavoro ad una operatrice, sospesa solo perché osava chiedere il pagamento degli stipendi».

La sospensione «di un lavoratore attraverso un messaggio WhatsApp – commenta il segretario generale della Cgil di Taranto, Paolo Peluso – è un atto gravissimo che ci dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia utile procedere in appalti delicati come questi, che riguardano il bisogno di assistenza di cittadini fragili, con l’internalizzazione della forza lavoro. Un gesto di dignità per operatori e assistiti».

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