Il luogo in cui è avvenuto l’incidente
2 minuti per la letturaTARANTO – Una morte sfiorata, ieri, a Taranto. Incidente sul lavoro nell’area Pla 2 (Produzione Lamiere) dello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia (ex Ilva). L’ingegnere Pierpaolo Russo, caporeparto della manutenzione meccanica, mentre operava sotto le linee di produzione, è scivolato cadendo su un cumulo di scarti di lamiere taglienti.
Lo riferisce il coordinamento provinciale Usb, aggiungendo che «determinante è stato il soccorso fornito dai dipendenti di una ditta dell’appalto». Il lavoratore è ricoverato in ospedale. Le sue condizioni non sarebbero gravi. L’incidente è avvenuto mentre era in corso l’attività di manutenzione presso il convogliatore scarti Bertolotti.
Secondo l’organizzazione sindacale, «l’ennesimo infortunio rivela, se ancora ce ne fosse bisogno, lo stato fatiscente degli impianti e le condizioni di lavoro assolutamente precarie nello stabilimento jonico. Usb Taranto torna ancora una volta a segnalare quanto sia preoccupante il contesto nel quale si opera all’interno della fabbrica».
«La corsa alla produzione a tutti i costi, le pressioni subite – sostiene infine l’Unione sindacale di base – dai preposti ed il lassismo con cui si affronta la questione della manutenzione, generano situazioni di pericolo che, solo per fortuna, finora non hanno portato a conseguenze tragiche ed irreparabili per la vita dei dipendenti del siderurgico».
Solo poco più di 24 ore fa, in Puglia due incidenti mortali avevano provocato altrettante vittime. Il primo a Mesagne dove era mort Benito Branca, operaio di 41 anni schiacciato da una parete crollata. Sempre ieri sulla autostrada A14 nelle vicinanze di San Severo era morto Pietro Vittoria 47 anni, era sposato con, travolto da un Tir mentre lavorava.
A poche ore dagli incidenti fatali, il segretario generale della Cgil, Gesmundo, aveva commentato: «Cosa occorre attendere perché dalla politica e dalle istituzioni arrivi un segnale forte di contrasto a questa strage quotidiana sui luoghi di lavoro? Un bollettino tragico che si compone giorno per giorno e reclama misure urgenti, non basta l’indignazione».
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