Morti sul lavoro
2 minuti per la letturaAngelo Cotugno è morto sul lavoro nel cantiere stradale tra Taranto e Avetrana; il 59enne è rimasto folgorato con dei cavi ad alta tensione
TARANTO – Un operaio di 59 anni, Angelo Cotugno, è morto questa mattina, 9 aprile 2024, in un incidente sul lavoro sulla nuova strada in costruzione tra Taranto e Avetrana. L’uomo, lavorava per conto della ditta Semat, è rimasto folgorato al momento del contatto con dei cavi ad alta tensione. L’incidente è avvenuto intorno alle 10:00 circa. L’operaio stava lavorando ad un cantiere per la costruzione di un ponte quando, per cause ancora in fase di accertamento da parte degli investigatori, è entrato in contatto con dei cavi ad alta tensione.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi del 118, che hanno tentato a lungo di rianimare l’uomo. Purtroppo, però, non c’è stato nulla da fare e il medico ha dovuto constatare il decesso.
Sul posto è intervenuta anche la Polizia di Stato per ricostruire la dinamica dell’incidente e accertare eventuali responsabilità. La Procura di Taranto ha aperto un’inchiesta.
La storia di Angelo Cotugno, l’uomo morto folgorato sul posto di lavoro ha suscitato profonda commozione nella comunità di Taranto. Intanto, i sindacati di Cgil e Uil hanno proclamato una giornata di protesta contro le continue morti sul lavoro. Si svolgerà giovedì 11 aprile. «Basta tragedie sul lavoro, bisogna intervenire», ha detto Francesco Bardinella, segretario generale della Fillea Cgil di Taranto. «La morte di Angelo Cotugno – prosegue- inchioda tutti alle proprie responsabilità. È necessario cambiare le leggi sul lavoro, sulla sicurezza delle persone, sulla prevenzione». Il sindacalista Govanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto, invece, pone l’accendo sugli appalti dove «si concentrano – ha sottolineato- gli incidenti mortali maggiori». «Lo diciamo da tempo, basta con il solito cordoglio. Bisogna – ha concluso D’Arcangelo- fermare questa mattanza di persone che escono di casa la mattina per lavorare e non tornano più dai loro cari».
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