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ALBEROBELLO – Le priorità nell’epoca post Covid, la lunga estate azzurra delle Nazionali, lo stato di salute del movimento pallavolistico pugliese e, più in generale, del sud Italia, i prossimi grandi eventi da organizzare: a confronto con Giuseppe Manfredi, 68 anni, da poco più di dieci mesi presidente nazionale della Fipav, dopo due quadrienni da vice presidente.
Una pausa del lungo tour italiano nella “sua” Alberobello, città in cui è nato e in cui ha conosciuto il volley da giocatore prima e allenatore poi, e nella “sua” Puglia, regione che lo ha visto prima presidente provinciale e poi presidente regionale (dal 1996 al 2005 e poi ancora dal 2008 al 2012, ovvero fino all’anno in cui è stato eletto per la prima volta vice presidente nazionale della Federazione Pallavolo Italiana).
Uomo di campo, ma anche dirigente che ha dimostrato più volte equilibrio e preparazione: «Non è un periodo facile questo. Anche spostarsi nei vari territori implica delle difficoltà – ha premesso il numero uno di Fipav – ma stiamo lavorando sempre con massimo impegno per raggiungere tutti gli obiettivi».
Sarà l’Italia, e in particolare la Puglia, ad ospitare a la prima edizione dei Campionati Europei Under 21 femminili. Una doppia soddisfazione?
«Siamo davvero felici di ospitare in Italia le giovani promesse femminili della pallavolo continentale. A luglio assisteremo a gare di primissimo livello che ci permetteranno di osservare con attenzione le future protagoniste del panorama internazionale. Quella dell’Under 21, poi, è una categoria particolare, che, in caso di presupposti positivi, spalanca spesso le porte della Nazionale Maggiore. Lecito, quindi, attendersi un torneo avvincente con un tasso tecnico degno di nota. Portare questo grande evento in Italia e in Puglia ha sicuramente un valore forte. L’Europeo U21 femminile viene organizzato per la prima volta e la Cev ha scelto l’Italia. Nel 2020 la scelta in Puglia è ricaduta su Lecce con l’Europeo U18 poi vinto dall’Italia. Stiamo lavorando per individuare le località in Puglia che possano garantirci, come sempre ho detto, il giusto equilibrio tra l’aspetto sportivo e la sostenibilità economica dell’evento, puntando anche alla promozione del territorio. Mi auguro che questo evento possa rappresentare per la Puglia anche il primo passo per andare oltre lo sbilanciamento tra settore maschile e settore femminile. Peraltro, dal punto di vista sportivo, ci arriviamo con una squadra forte, una squadra che lo scorso anno ha vinto il Mondiale U20. Ci auguriamo, insomma, di vivere delle giornate importanti.
Taranto e Castellana sono le pugliesi al vertice del volley nazionale. Al Sud ci sono anche altre realtà come Vibo e Lagonegro. Sempre più atleti della Puglia e del Sud arrivano a giocare nei massimi campionati. Il movimento maschile ha costantemente una buona presenza.
«Non scopriamo nulla di nuovo. Merito anche e soprattutto delle società che hanno creduto in progetti a lungo termine e hanno fondato la propria attività su basi solide, a partire dai giovani. Con un processo di questo tipo, che si sviluppa nel tempo, i risultati arrivano: in Puglia penso a Squinzano, una delle prime società ad arrivare alle finali nazionali giovanili, a Castellana e Alessano che hanno vinto dei titoli a livello giovanile. Oggi ci sono tante rappresentanti ai vertici del settore maschile, c’è un girone della serie A3 composta praticamente da team pugliesi, campani e calabresi (9 su 13, ndr). Una volta le nostre squadre erano composte da giocatori di altre regioni. Oggi non solo gli organici sono pieni di giocatori pugliesi e del Sud, ma li esportiamo anche».
Dall’altra parte c’è un settore femminile che non ha la stessa brillantezza. La Puglia non ha rappresentanti ai vertici. Cosa manca?
«A mio parere sarebbe necessario un salto in avanti dal punto di vista culturale, sia per quanto riguarda le società, ma anche per quanto riguarda i dirigenti. Gli investimenti sono possibili anche al Sud. Penso alle quattro formazioni siciliane in serie A2 femminile, alcune delle quali hanno acquistato un titolo sportivo durante la scorsa estate, serve coraggio e programmazione. Partendo naturalmente dai settori giovanili e dal lavoro sulle ragazze».
Le due Nazionali maschili più importanti sono guidate da due allenatori nati entrambi in Puglia: il ct Fefè De Giorgi di Squinzano e il tecnico dell’U22 Vincenzo Fanizza di Francavilla Fontana. Si basa su tecnici pugliesi la nuova generazione del volley.
«Entrambi hanno vissuto in Puglia gran parte della loro storia sportiva, ma questo è secondario. Il futuro della pallavolo italiana conta soprattutto su tecnici preparati, competenti e vincenti. De Giorgi ha vinto tanto sia da atleta che da allenatore (debuttando da giocatore in serie A1 ad Ugento nei primi anni Ottanta, ndr). Fanizza ha vinto tanti titoli giovanili, sette tra il 2009 e il 2017, con la Materdominivolley.it Castellana e con Alessano e ha tirato fuori tanti giocatori. Il calabrese Daniele Lavia, uno dei talenti della Nazionale Maggiore, oro all’ultimo campionato Europeo, per esempio, è cresciuto e ha giocato con Fanizza a Castellana Grotte».
Le Nazionali nel prossimo futuro saranno chiamate ad affrontare, sia al maschile che al femminile, tante competizioni e sarà importante la gestione degli atleti, anche e soprattutto dei giocatori più giovani. Volleyball Nations League, Giochi del Mediterraneo, Mondiali. Sarà una lunga estate azzurra con tante Nazionali in campo. Quali sono gli obiettivi?
«Non sono abituato ai tatticismi. Preferisco sempre sbilanciarmi. L’Italia è una delle Nazioni più importanti al mondo nella pallavolo e deve competere sempre per vincere. Deve sempre comportarsi da Italia con estrema competenza e massimo impegno».
La sua elezione è avvenuta a marzo 2021. Dieci mesi sono abbastanza per un primo bilancio?
«Dal punto di vista sportivo sicuramente super positivo con i due titoli Europei conquistati in estate, merito non certo soltanto mio, ma in linea con l’opera di rinnovamento portata avanti dalla Fipav negli ultimi anni. Processo che ha portato dei risultati tecnici evidenti. Dal punto di vista personale, è un impegno gravoso. Sono sempre in giro per l’Italia, ma sono soddisfatto perché abbiamo raggiunto risultati importanti nonostante le difficoltà logistiche incontrate. La pandemia ha reso complicate tante cose. Abbiamo da subito affrontato problematiche notevoli come il blocco dei campionati, le sospensioni, le regole da scrivere. Un impegno molto importante è stato sicuramente quello di supportare economicamente le società in difficoltà: non aver perso nemmeno una società è stato un traguardo significativo, traguardo che mi ha sicuramente soddisfatto e che è stato raggiunto grazie ai contributi federali che abbiamo immaginato, preparato e versato alle società».
A proposito di pandemia. Il settore giovanile è sicuramente quello tra i più colpiti. Qual è lo stato di salute della pallavolo giovanile italiana?
«Dobbiamo superare il momento della paura, rispettando le regole della ripartenza e riportando tutto alla normalità. A fronte di un numero di tesseramenti che è rimasto stabile, abbiamo riscontrato tanti ostacoli per quanto riguarda i campionati. Lunghi sono stati i periodi di inattività, i gruppi si sono spesso ridotti, le squadre sono andate in difficoltà. Nonostante questo stiamo portando avanti i nostri progetti e ci auguriamo che, anche nella pallavolo, come in tutti i settori, si possa parlare presto di una effettiva ripartenza».
Se dovesse scegliere una priorità per la pallavolo del futuro, su quale parola dovremmo puntare?
«Devo dire che l’attuale Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali ha preso a cuore tante questioni dello sport italiano e anche della pallavolo. Abbiamo avviato un percorso chiaro e spero che presto possano concretizzarsi gli obiettivi che ci siamo dati. Da presidente territoriale e presidente regionale della Fipav, ho sempre puntato molto sull’impiantistica. Devo dire che continuo a farlo: credo che i luoghi deputati allo svolgimento delle attività sportive e alla pratica della pallavolo siano fondamentali. Se devo scegliere una priorità quindi, punto sull’impiantistica sportiva e sulle palestre scolastiche».
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