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La dotazione di insegnanti di sostegno è migliorata negli ultimi due anni nelle scuole. Lo certifica il 4,4 per cento di aumento del personale a disposizione in tutta Italia tra gli anni scolastici 2019/20 e 2020/21. Ma c’è ancora molto da fare, nell’intero Mezzogiorno e in Puglia, soprattutto riguardo figure definite fondamentali per la didattica, le relazioni e la crescita degli alunni accompagnati dall’insegnante di sostegno: è quella dell’assistente all’autonomia e comunicazione.
È il professionista che ha il compito di coadiuvare l’attività dell’insegnante di sostegno, in particolare nelle relazioni tra il bambino e i compagni di classe e nella partecipazione alle attività della scuola. Un compito essenziale per lo sviluppo del minore, della sua socialità e del diritto all’autonomia, la cui erogazione, come previsto dalla legge 104/1992, è in capo agli enti locali. In Puglia se ne conta uno ogni 6,10 alunni.
Una statistica formulata dall’elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Istat, con il recente aggiornamento risalente al gennaio scorso, che certifica le difficoltà della scuola pugliese su questo fronte. La Puglia è infatti quinta, dietro a Campania, Molise, Veneto e Liguria in una classifica che andrebbe letta alla rovescia, con le migliori condizioni espresse da Marche e Lombardia, rispettivamente con un assistente all’autonomia e alla comunicazione ogni 2,90 alunni e 3,20. La peggiore performance è quella della Campania, con 15,70.
Dallo stesso studio si evince l’utilizzo degli insegnanti selezionati dalle liste curricolari. Vale a dire quelli di sostegno che non dispongono di una formazione specifica. «Si tratta di personale selezionato per sopperire alla carenza di figure specializzate. Il dato relativo alla provincia autonoma di Bolzano è rilevato dall’istituto provinciale di statistica (Astat)», fa sapere lo studio Openpolis. Bene, da questa statistica si comprende come la Puglia utilizzi queste figure in maniera decisamente più limitata rispetto alla media nazionale.
Rappresentano infatti solo il 24,20 per cento del totale, segno che a scuola per il sostegno c’è più competenza e meno misure tampone, anche se la percentuale rappresenta comunque quasi un quarto del totale. In questa speciale classifica Toscana e Lombardia sono le regioni messe meno bene, con rispettivamente il 50 e il 46,40 per cento di insegnanti selezionati nelle liste curriculari.
È anche il motivo per il quale si registra ancora una forte migrazione di forza lavoro nelle zone del Centronord dove al contempo c’è più domanda. Tra le condizioni di disabilità riscontrate, quella intellettiva è la più diffusa, col 41,9 per cento dei casi, seguita da Sviluppo, e attenzione comportamentali. Condizioni che fanno comprendere come le competenze specifiche per questi ruoli delicati siano fondamentali.
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