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Un'aula vuota

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Oltre 17 ragazzi su 100 a Bari abbandonano gli studi prematuramente, un caso in Puglia dove la media, seppure alta rispetto al resto d’Italia, si attesta al 15,6%, quasi due punti in meno rispetto al dato del capoluogo pugliese (17,4% per la precisione). Due dati che restano allarmanti, considerando che l’Europa aveva fissato l’obiettivo di abbassare la quota degli abbandoni al 10%.

A fotografare la situazione è Openpolis nel suo nuovo rapporto: a livello regionale i dati per il 2020 risultano in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente, rispetto al 2019 la dispersione scolastica è calata del 2,3% ma non è sufficiente per restare al passo delle altre regioni e del resto di Europa. La Puglia è al quarto posto per abbandoni: al primo posto c’è la Sicilia con un tasso pari al 19,4%, seguono Campania (17,3%) e Calabria (16,6%). Queste regioni, a cui si aggiunge anche la Puglia (15,6%), si trovano al di sopra della media nazionale.

Dall’altro lato invece Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Emilia Romagna e Marche si trovano al di sotto dell’obiettivo Ue del 10%. «Una delle caratteristiche del nostro paese – si legge nel report – per quando riguarda l’abbandono scolastico è quella di avere ampi divari al proprio interno. Osservando i dati a livello regionale si può notare uno squilibrio tra sud e centro-nord. Ai primi 5 posti della classifica troviamo infatti le 5 maggiori regioni del Mezzogiorno.

C’è da dire però – viene evidenziato – che il Sud è anche l’area della Penisola in cui si sono registrati i progressi maggiori rispetto all’anno precedente. In base ai dati di Istat infatti nel 2019 sud e isole avevano un tasso di abbandono pari al 18,2%, sceso poi al 16,3% nel 2020. Analizzando le 4 regioni che si trovano sopra la media italiana, possiamo notare che 3 di queste hanno migliorato i loro dati nell’ultimo anno. L’unica eccezione è rappresentata dalla Campania, rimasta stabile al 17,3%. In Sicilia invece il tasso di abbandono si è ridotto di 3 punti percentuali, in Calabria di 2,4 e in Puglia di 2,3 rispetto al 2019».

Con il 13,1% di giovani che abbandonano prematuramente gli studi l’Italia è il quarto stato europeo per incidenza del fenomeno. All’interno del Paese si registrano delle significative disparità tra un territorio e l’altro, in generale le regioni del meridione risultano più in difficoltà. In Puglia ci sono Comuni che sono in una situazione ancora più complicata rispetto a Bari: ad Andria, ad esempio, il tasso di abbandono è pari al 28%, il più alto in assoluto a livello regionale. Ma come viene calcolata la percentuale? A livello europeo la scelta è stata di utilizzare come indicatore la percentuale di giovani tra 18 e 24 anni che hanno solamente la licenza media.

Tra questi viene incluso anche chi ha conseguito una qualifica professionale regionale di primo livello con durata inferiore ai due anni. «Al di là dei passi avanti fatti – scrive Openpolis – nel nostro pase l’abbandono scolastico rimane comunque un problema molto serio. Un elemento importante per intervenire e arginare il fenomeno è quello di avere dati il più dettagliati possibile, in modo da poter monitorare le criticità presenti nei singoli territori e organizzare azioni mirate».

«Analizzando la situazione nelle 5 aree più popolose del nostro paese – si legge ancora – possiamo osservare che nella città metropolitana di Roma si trovavano 22 comuni su 121 in cui la percentuale di abbandono era inferiore al 10%. Da notare inoltre che nella capitale l’abbandono si attestava al 9%. Il dato più basso tra i principali capoluoghi italiani. Nella città metropolitana di Milano invece figuravano 28 comuni su 134 (il 20,9%) in cui il tasso di abbandono era superiore al 15%. Mentre in 26 centri il dato era inferiore al 10%».

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