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«La legge regionale per l’aiuto medico a morire è stata bocciata. In una regione in mano alla destra? No: in Puglia». Lo scrive sui suoi profili social Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, che si batte per l’introduzione della legge sul fine vita in Italia.

Martedì 4 ottobre il Consiglio regionale pugliese ha bocciato la proposta di legge che era stata presentata dal consigliere regionale del Pd, Fabiano Amati, perché non farebbe parte del programma di governo stilato nel 2020. Bocciatura oggi sostenuta anche dal Movimento5Stelle che ritiene che il tema non sia di competenza regionale. «Il pretesto del programma elettorale – scrive sempre Cappato sui social – è offensivo nei confronti del buon senso ma anche dell’autonomia dei consiglieri regionali».

Con Emiliano: “favorevoli al fine vita, ma è lo Stato a dover legiferare”

«Noi siamo sensibili e favorevoli al diritto del fine vita, ma i fatti impongono all’istituzione regionale un passo indietro: non possiamo legiferare in una materia in cui è lo Stato a dover costruire un impianto generale perché è impensabile che ci siano discipline difformi da Regione a Regione». Lo dichiarano consiglieri regionali del gruppo «Con Emiliano» Giuseppe Tupputi, Stefano Lacatena, Alessandro Delli Noci, Gianfranco Lopane e Alessandro Leoci, in merito alla bocciatura della proposta di legge sull’eutanasia.

«Il tema – dicono – è da affrontare in sede nazionale senza se e senza ma perché lo Stato deve costruire una normativa uniforme. Si tratta di un diritto fondamentale, del primo diritto della persona e una Regione non può assurgere al ruolo di legislatore in questo tema».

M5S: “Abbiamo votato contro perché non può essere una sola Regione a legiferare”

Anche il Movimento 5 stelle è sulla stessa linea: «Non può essere una singola Regione a legiferare su una materia così delicata come quella del «fine vita». Siamo assolutamente consapevoli che in Italia ci sia un vuoto normativo sulla questione che deve essere colmato, ma a farlo deve essere il legislatore nazionale, il solo competente a legiferare su questa materia», ha dichiarato.

«Abbiamo votato contro la proposta di legge presentata – spiegano – perché riteniamo che la stessa sconti concreti profili di incostituzionalità. In commissione ci eravamo astenuti perché auspicavamo che in aula ci venissero chiariti i profili di incostituzionalità della PdL sui quali abbiamo posto l’attenzione, ma così non è stato e invece di darevita a un dibattito costruttivo (anche da punto di vista giuridico) si è preferito trasformare l’esame della proposta nell’ennesima occasione per esibirsi in aula».

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