X
<
>

Silvio Berlusconi

Share
2 minuti per la lettura

A 12 anni dai fatti contestati e a distanza di due anni e mezzo dalla prima udienza, il processo a Silvio Berlusconi ricomincia da zero. O quasi. Si tratta di un procedimento scaturito dall’inchiesta principale, quella sul presunto giro di escort organizzato dall’ex imprenditore barese della sanità, Gianpaolo Tarantini.

L’ex presidente del Consiglio è imputato per induzione a mentire, secondo la Procura di Bari avrebbe pagato Tarantini per convincerlo a non raccontare tutta la verità ai pubblici ministeri titolari del fascicolo «escort». Nel dettaglio, sempre secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe fornito a Tarantini avvocati, un lavoro e circa 500mila euro proprio perché mentisse ai pm che indagavano sulle ragazze portate nelle residenze dell’ex premier fra il 2008 e il 2009.

Il processo penale nei confronti dell’ex Cavaliere è iniziato nel giugno del 2019 davanti al Tribunale monocratico ed erano già stati ascoltati alcuni testimoni, ieri però c’è stato il cambio di giudice e quindi è stato necessario ripartire da zero: la difesa di Berlusconi ha riproposto le questioni preliminari, già sollevate e rigettate dal precedente giudice. Gli avvocati Roberto Sisto e Niccolò Ghedini hanno insistito per l’incompetenza territoriale, chiedendo che il processo venga trasferito a Napoli o Roma, ritenendo che il presunto reato sia stato consumato non con le dichiarazioni rese da Tarantini ai pm baresi ma con il passaggio di denaro, non avvenuto a Bari.

Altra eccezione riguarda l’incompetenza funzionale, con la conseguente richiesta di trasferire gli atti al Tribunale dei Ministri perché all’epoca Berlusconi era primo ministro. Infine, è stata eccepita la nullità del decreto che dispone il giudizio del novembre 2018 per lesione del diritto di difesa, perché nell’udienza preliminare – cominciata a novembre 2014 – non sarebbe stata ammessa l’acquisizione di tutte le intercettazioni ritenute rilevanti dalla difesa di Berlusconi.

Il processo è stato aggiornato al prossimo 26 novembre, in caso di rigetto delle eccezioni sulla incompetenza, la difesa in quella sede valuterà se dare il consenso all’acquisizione dei verbali dei testimoni già sentiti negli oltre due anni di processo, il maggiordomo e la segretaria dell’ex premier, o se chiedere che vengano citati di nuovo. In quest’ultimo caso, vorrebbe dire ripartire davvero da zero, con il rischio concreto che tutto il processo finisca con un nulla di fatto, cioè con la prescrizione del reato. Al momento si tratta di un pericolo potenziale perché bisognerebbe prima calcolare il tempo «effettivo» della durata: il processo, infatti, ha subito molte interruzioni ma quasi sempre con sospensione dei termini.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE