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Escalation di violenze al personale sanitario, il direttore del Policlinico di Foggia, Pasqualone: “Basta aggressioni o chiudiamo”. Nti: “Un daspo non basta”


Escalation di violenze ai danni del personale sanitario con tre aggressioni nel giro di pochi giorni; il direttore del Policlinico di Foggia parla nel corso di una conferenza stampa indetta dopo gli eventi. “Se continuiamo così finiremo per chiudere il pronto soccorso perché rimarremo senza medici, infermieri ed operatori sanitari. Il mio appello è al rispetto del personale in servizio perché è bravo e lo dicono i dati a livello nazionale. Il policlinico di Foggia è posizionato tra i migliori in Italia. In pronto soccorso si lavora in condizioni difficili, abbiamo un organico dimezzato, non riusciamo a recuperare medici e i cittadini che arrivano in condizioni non gravi devono aspettare, devono avere pazienza”.

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Nel corso della conferenza stampa inoltre, è stata lanciata la proposta di istituire il manager della sicurezza. Un’idea in collaborazione con il rettore dell’università degli studi di Foggia Lorenzo Lomuzio e la direttrice del dipartimento di giurisprudenza Donatella Curtotti. Si tratta di “una figura che dobbiamo avere”. ribadisce Pasqualone. “Che serve per garantire situazione di serenità nell’intero policlinico”.

Sulla questione interviene anche l’associazione Nessuno tocchi Ippocrate. “Dopo i fatti di Foggia il Governo ha deciso di istituire un Daspo per chi aggredisce il personale sanitario, ossia l’aggressore per 3 anni dovrà pagare le prestazioni sanitarie. La nostra domanda da associazione di settore è: ma questo provvedimento non contribuisce ad accentuare l’aggressività dei facinorosi? (io pago e pretendo di essere assistito)”. E’ questa la domanda che si pone l’associazione Nessuno tocchi Ippocrate (Nti), in merito al disegno di legge annunciato dal primo firmatario Ignazio Zullo di Fratelli d’Italia dopo le violenze al Policlinico Riuniti di Foggia.

Per Nti “il Daspo non deve essere l’unico provvedimento. Da solo non serve a nulla e non risolve il problema, anche” allo scattare del Daspo “l’aggressione è già andata a segno. La sanità è fatta di prevenzione e la prevenzione deve essere il perno della nostra sicurezza”. E su Facebook elenca le sue proposte.

  1. Drappelli di polizia in tutti i pronto soccorso (non a macchia di leopardo);
  2. Pagamento del ticket per codici bianco/verdi (spesso non viene applicato);
  3. Video sorveglianza su tutti i mezzi di soccorso;
  4. Centrale operativa unica per allertare 118 e la guardia medica (rigorosamente su linea registrata);
  5. Certezza della pena detentiva per gli aggressori.

E finiamola – continua l’associazione – di proporre soluzioni squallide come corsi di difesa personale per i sanitari, oppure l’istituzione della figura dell’assistente infermiere che ‘calma’ gli utenti in sala d’attesa”.
“La fuga del personale sanitario è già in fase avanzata – osserva l’associazione – non è una minaccia, ma una triste realtà. A noi fa estremamente piacere che il caso Foggia abbia smosso le coscienze del Governo, ma vorremmo ricordare a chi siede sulle poltrone rosse alcuni nomi di colleghi: Barbara Capovani (uccisa nel 2023 da un paziente), Gaetano Alaimo (ucciso nel 2022 da un paziente), Giorgio Falcetto (ucciso nel 2022 da un paziente). Loro sono morti per mano di pazienti, non hanno avuto il tempo di dimettersi e forse non lo avrebbero fatto… Qualcuno doveva tutelarli!”.

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