La Casa sollievo della sofferenza
3 minuti per la letturaOSPEDALE generale regionale, istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per la genetica (specializzato nelle malattie eredo-familiari), casa di riposo per anziani. E ancora, ci sono i centri di accoglienza per i pellegrini e per i familiari dei malati, la rivista “La Casa” e i gruppi di preghiera che, negli anni, hanno consentito alla fondazione di mantenersi, mantenere le diverse opere e crescere. Ci sono anche i numerosissimi lasciti testamentari che hanno consentito di acquisire diversi cespiti e immobili, ma anche gli agriturismo e le aziende agricole di produzione di prodotti caseari e cerealicoltura.
Un patrimonio di vastissime proporzioni di proprietà della Fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza – Opera di San Pio da Pietrelcina“, ente con personalità giuridica pubblica sia canonica che civile con sede a San Giovanni Rotondo e retta dallo Statuto approvato il 28 gennaio 2010 dal cardinale Tarcisio Bertone (Segretario di Stato di Sua Santità Benedetto XVI), che da alcune settimane è sottoposta al controllo di un organo di vigilanza, istituito dal consiglio di amministrazione (presidente l’arcivescovo di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, Franco Moscone), in base alla legge 231 del 2001, sulla responsabilità amministrativa, riferibile alla responsabilità penale, a carico degli enti. Vincenzo Muscatiello, ordinario di diritto penale all’università di Bari, e Maria Pia Locaputo, avvocata barese, specializzata anche in materia di responsabilità amministrativa di enti e società e Michele La Torre, come prevede la legge, vigileranno per evitare che vengano commessi reati, anche in maniera inconsapevole.
I rischi previsti dalla legge 231 sono infatti numerosi e riguardano innanzitutto i rapporti con le pubbliche amministrazioni per i progetti e le attività finanziate e convenzionate sia di assistenza che di ricerca. Si aggiungono poi i rischi relativi alla materia della sicurezza sul lavoro e alla tutela dell’ambiente, e al trattamento dei dati sensibili attraverso i sistemi informatizzati e l’area dei reati tributari e fiscali. Uno spaccato molto vasto sul quale, come ha ritenuto il cda, è opportuno vigilare.
Oltre l’attività strettamente socio sanitaria costituita dall’Ospedale (riconosciuto come centro di ricerca a carattere scientifico), dal Poliambulatorio e dal Centro Mendel di Roma (per la ricerca sulle malattie rare), la Fondazione svolge anche una serie di attività strumentali da tenere sotto stretto controllo: ci sono le offerte e i lasciti, la casa di riposo e casa per anziani San Pio, il Centro di accoglienza spirituale Casa Santa Maria delle Grazie, il Cenacolo Santa Chiara, la rivista periodica, i gruppi di preghiera, le aziende e altre attività temporanee. Il gruppo di lavoro è già all’opera per elaborare un modello utile a prevenire i reati. Tra le tante soluzioni individuate c’è quella che responsabilizza tutti i soggetti all’interno della Fondazione.
E così ogni utente, lavoratore, collaboratore, fornitore, o chiunque abbia interesse, potrà segnalare sul portale della Fondazione (attualmente in fase di ammodernamento) e in modo del tutto anonimo, le situazioni “a rischio”, e cioé comportamenti, eventi che possono poi portare ai reati previsti dalla legge 231. Sarà quindi compito dell’organo di vigilanza verificare l’attendibilità e la fondatezza delle segnalazioni per poi comunicarlo al consiglio di amministrazione nel caso si possano ipotizzare responsabilità della struttura.
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