Nicola Gratteri a Foggia
2 minuti per la letturaIl procuratore di Napoli Nicola Gratteri al festival “Il libro possibile” di Foggia: «Le mafie sono avanti sul piano della tecnologia»
FOGGIA – «Stiamo cercando di inseguire e di capire la punta più avanzata delle mafie. Siamo molto indietro dal punto di vista tecnologico, della preparazione. Nel corso di questi anni non si è investito come si doveva e quindi inseguiamo e siamo indietro rispetto a Stati come Francia, Germania, Olanda».
Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, a margine di un incontro al festival “Il libro possibile” che ieri 27 luglio 2024 si è chiuso a Vieste in provincia di Foggia, ha fatto il punto sulla situazione della lotta alla criminalità organizzata. In particolare si è riferito alle ultime importanti scoperte emerse nel corse delle varie inchieste svolte. Nello specifico Gratteri ha fatto luce sulla lotta alla parte tecnologica dell’attività mafiosa presentando nell’occasione il suo ultimo libro “Il grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della ‘ndrangheta” che punta a svelare proprio l’uso del digitale da parte delle mafie.
Gratteri, da sempre in prima linea nella lotta prima alla ‘ndrangheta quando dirigeva la procura di Catanzaro (e prima ancora come aggiunto a Reggio Calabria) e adesso alla camorra da quando guida la procura di Napoli, ha le idee chiare sull’argomento. Per il contrasto alla criminalità, «oggi noi abbiamo bisogno di ingegneri informatici – ha detto il magistrato -. Abbiamo bisogno di hacker che possano lavorare a fianco alla polizia giudiziaria. Sarà difficile anche assumerne perché le aziende private li pagano molto bene, anche 10mila euro, se in grado di mettere in sicurezza i software. Immaginate una società quotata in Borsa se gli hacker bloccano i software».
Il procuratore ha spiegato come «in sostanza si sta tornando alla stagione dei sequestri di persona. La stessa tecnica: si sequestrava una persona un anno, un anno e mezzo, e si pagava un miliardo, un miliardo e mezzo di lire allora, e poi si liberava; oggi blocco un software di una società e chiedo il riscatto, molte volte non si ha interesse a denunciare perché per una società quotata in Borsa sarebbe il crollo delle azioni».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA