X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

Evade legando le lenzuola e facendone una corda il detenuto Marco Raduano detto “pallone”, elemento apicale del clan foggiano dei Montanari

NUORO – Un detenuto pugliese di circa 40 anni ha messo a segno un’evasione incredibile nel 2023. L’uomo, infatti, è riuscito ad evadere scavalcando il muro di cinta del carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros, a Nuoro.

A renderlo noto è il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, spiegando che l’accertamento concreto delle dinamiche dell’accaduto sono in corso di accertamento mentre il personale di polizia penitenziaria è impegnato nelle ricerche sul territorio.

A riuscire ad evadere è Marco Raduano, classe 1984, detto “pallone”, considerato elemento apicale dell’omonimo clan dei Montanari egemone nel Gargano in provincia di Foggia e non solo. Detenuto in regime di 416 bis per le accuse di omicidio, violazione legge armi e altri reati.

EVADE DETENUTO FOGGIANO A NUORO, FORTE CARENZA DI PERSONALE

«In diverse occasioni avevamo segnalato la carenza di personale di polizia penitenziaria – denuncia Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del Sindacato autonomo polizia penitenziaria – che impedivano di assicurare una scrupolosa vigilanza in visione della tipologia di detenuti reclusi nell’istituto di Nuoro. In Sardegna ci sono ben 4 istituti che custodiscono detenuti di alta sicurezza appartenenti ai vertici della criminalità organizzata e tutti sono in grande difficoltà a causa della carenza organica».

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, «quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Il Sappe denuncia da tempo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento».

Anche Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, interviene sull’accaduto e spiega che «il fuggitivo si sarebbe calato nel più classico dei modi, con delle lenzuola annodate. Questa, nel disastrato sistema carcerario, è l’ennesima conferma dell’inadeguatezza anche dello speciale circuito definito, a questo punto impropriamente, ad alta sicurezza, ma la cui sicurezza è di certo più latitante dell’odierno evaso e che, per di più, provoca come effetto collaterale l’inflazione della restrizione al carcere duro del 41-bis», spiega.

ORGANICI DI POLIZIA PENITENZIARIA, L’ATTACCO AL GOVERNO

«Organici della Polizia penitenziaria carenti di 18mila unità, equipaggiamenti inadeguati, sistemi tecnologici ed elettronici inesistenti o non funzionanti, questo lo stato attuale delle carceri. Mentre sin dall’insediamento del Governo siamo in attesa di essere convocati dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, o almeno dal sottosegretario delegato, Andrea Delmastro delle Vedove, che sembra preferire le gite nei territori e gli incontri “privati” a quelli ufficiali da tenersi nell’alveo delle procedure sindacali. Noi siamo sempre pronti al confronto e pensiamo anche di poter fornire utili contributi, ma pretendiamo di essere convocati nelle sedi e nelle forme deputate. Lo sappiano a via Arenula», conclude De Fazio.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE