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Nel 2022 in Puglia si è raccolto il 26% in meno di grano, rispetto all’anno precedente. E’ quanto annunciato da Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat diffusi nel corso del Focus Cereali, organizzato in collaborazione con la Fiera del Levante, l’Agenzia ICE e Casillo Group.

Tra le ragioni del «crollo della raccolta», secondo l’associazione di categoria, la siccità ed i costi di produzione. Numeri in ribasso per la Puglia che è, spiegano da Coldiretti, il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno.

«La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare – sottolineano – rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68%» secondo elaborazione su dati del Crea. Il taglio dei raccolti in alcune aree delle province di Bari e Foggia «rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari».

«Ci sono le condizioni per rispondere alla domanda dei consumatori ed investire sull’agricoltura del nostro territorio che – afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy. Dobbiamo riscoprire la tradizione agricola – aggiunge – per puntare all’obiettivo della autosufficienza a tavola per difendersi dalle turbolenze provocate dal conflitto che ha scatenato corse agli accaparramenti e guerre commerciali con tensioni e nuove povertà».

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