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E’ «assolutamente importante» che la Banca popolare di Bari, ora partecipata da Mediocredito centrale, «prosegua la sua azione di contenimento dei costi e recupero della capacità di effettuare impieghi su scala più ampia. Superata questa fase, si potrà considerare il ritorno alla vendita della partecipazione statale che però presuppone il superamento delle difficoltà attuali». E’ quanto ha detto ieri il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario per riferire sulle partecipazioni dello Stato nel settore bancario.

Un’affermazione quella del ministro, fatta a due giorni dall’assemblea di bilancio (in programma domani) della banca controllata dal gruppo Mediocredito centrale. Un’assemblea cui ci si arriva con una relazione del Collegio sindacale, firmata dal presidente Ignazio Parrinello, che evidenzia la preoccupazione dell’organismo di controllo per un percorso di risanamento non completato, ancora tutto in salita, rendendo esplicita che la revisione a febbraio del piano industriale è stata fatta perché il piano precedente, messo a punto dalla gestione commissariale della ex Popolare, ha iniziato a fare acqua.

Tornando all’audizione in Commissione, il ministro Franco ha ribadito che l’aggregazione della popolare con Mcc «può fornire un contributo importante allo sviluppo delle regioni meridionali, dove c’è carenza di banche rilevanti e a volte difficoltà» con un tessuto imprenditoriale fatto prevalentemente di piccole e medie imprese e dove «la qualità del credito tende ad essere meno buona che nel resto del Paese».

Quanto all’ipotesi di una cessione della rete di sportelli di Monte dei Paschi di Siena nel Sud del Paese alla Popolare di Bari, per il responsabile del dicastero dell’Economia, può essere «una trattativa delle due banche, dal nostro punto di vista nulla osta che Mps venda sportelli alla Popolare di Bari ma è una decisione che va presa in termini economici dalle due banche e Popolare di Bari se ritiene può fare un’offerta. Dovranno valutare loro».

Il ministro ha inoltre precisato che per la cessione della Popolare «non vi è scadenza, c’è un percorso di ritorno a condizioni di redditività, chiuso il quale ove vi fossero offerte di acquisto anche queste andranno valutate, al momento non mi sembra esserci questa ipotesi di acquisto. Non mi aspetto eventi in tempi brevi, resta l’interesse del Ministero dell’Economia e finanze ad avere aziende radicate sul territorio che funzionano e forniscano buoni servizi».

Il ministro Franco ha poi affrontato anche il tema relativo al salvataggio di Banca Tercas. Con lo stop all’intervento del Fondo Interbancario (Fitd) in aiuto alla Popolare di Bari per il salvataggio di Banca Tercas nel 2014, decisione poi bocciata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, l’esecutivo europeo «non è uscito benissimo» ma sembra legalmente difficile ottenere risarcimenti da parte di Bruxelles. Questa la valutazione fatta dal ministro dell’Economia.

«Noi – ha spiegato ancora Franco – abbiamo effettuato degli approfondimenti e sembra sarebbe difficile ottenere un accertamento di responsabilità e un risarcimento dei danni da parte della Commissione europea», responsabile legalmente solo per dolo o colpa grave. «Dire che c’è stato un danno può essere controverso, ha proseguito il ministro, anche se «certamente la Popolare di Bari può a sua volta valutare i termini dell’operazione».

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