La Puglia detiene il record di smaltimento di rifiuti speciali al Sud, in Italia è terza dopo Lombardia e il Veneto
3 minuti per la letturaLa Puglia nel 2018 ha smaltito in discarica oltre 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, un record al Sud e terzo dato assoluto a livello nazionale, fanno peggio solamente le più industrializzate Lombardia e Veneto. A svolgere il monitoraggio è la fondazione Openpolis che ha elaborato le statistiche dell’Ispra, quello che emerge è un utilizzo eccessivo delle discariche per eliminare i rifiuti speciali, cioè quelli più inquinanti. Una questione che il Consiglio regionale affronterà a breve durante la discussione del nuovo Piano di gestione dei rifiuti che è approdato per ora in commissione Ambiente e, entro i primi giorni di dicembre, passerà al vaglio anche dell’Assemblea pugliese.
«La gestione e lo smaltimento dei rifiuti speciali – evidenzia Openpolis – sono fondamentali per ridurre l’inquinamento e quindi contenere gli effetti negativi della presenza antropica sulla Terra». Non a caso, la «Waste framework directive» della commissione europea dispone che l’uso delle discariche debba essere l’opzione di gestione meno desiderabile, da considerarsi solo come una soluzione estrema. Questo non avviene in generale in Italia, a maggio ragione in Puglia. Secondo gli ultimi dati Ispra, la Lombardia risulta essere la regione con il quantitativo più elevato di rifiuti speciali eliminati in discarica.
Parliamo di quasi 3 milioni di tonnellate a fronte di un totale nazionale di 10,6. Ma subito dopo seguono, nell’ordine, Veneto e Puglia, rispettivamente responsabili del 12,1% e dell’11,9% degli smaltimenti, mentre altre regioni ad alto tasso di industrializzazione come l’Emilia Romagna e il Piemonte si assestano, nonostante ciò, a quote inferiori al 5%. «Questi materiali di scarto – si legge nel report Openpolis – hanno un livello di tossicità più elevato rispetto a quelli inerti e quindi il loro smaltimento in discarica è più problematico».
L’Italia è uno dei paesi in Europa con la maggiore quota di rifiuti speciali smaltiti in sistemi circolari di recupero, ma nonostante ciò lo smaltimento in discarica ha ancora un peso significativo, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti cosiddetti pericolosi. I rifiuti speciali sono quelli generati dalle attività produttive, commerciali e industriali al di fuori dei centri urbani e non sono gestiti dalla pubblica amministrazione. Sono divisi a loro volta in rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.
A differenziare queste due tipologie è la concentrazione di sostanze inquinanti. I materiali di scarto pericolosi possono essere, tra gli altri, infiammabili, esplosivi, corrosivi o teratogeni. In quanto nocivi per l’ambiente, necessitano di trattamenti particolari. Partendo da quasi 21 milioni di tonnellate di rifiuti speciali che nel 1997 venivano smaltiti in discarica in Italia, 20 anni dopo questa cifra si è dimezzata, attestandosi a 11,9 milioni di tonnellate.
La Puglia, però, resta tra le prime tre regioni che più smaltiscono in discarica: rispetto al 2017, quando furono smaltite 1,6 milioni di tonnellate, c’è stato un miglioramento, ma se si prende in considerazione il 2016 (1,1 milioni di tonnellate) si registra un incremento. L’argomento sarà sicuramente tema di discussione in Consiglio regionale, quando tra una decina di giorni inizierà la discussione del nuovo Piano di gestione dei rifiuti che la Giunta Emiliano ha approvato meno di un mese fa. Un piano atteso, ormai, da dieci anni, che la scorsa legislatura non approdò mai in Aula per le forti divisioni interne alla maggioranza di centrosinistra. Ora, però, la Puglia non può più tergiversare altrimenti rischia di essere multata dall’Europa e di perdere i finanziamenti per la creazione dei nuovi impianti.
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