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Le opposizioni vanno all’attacco sui contributi dati all’evento. Il centrosinistra fa quadrato e alza un muro: «Nessuna seduta su questo tema». Non si placano a Bari le ormai infinite polemiche sui “trenini della discordia” visti al teatro Petruzzelli durante la diretta di Capodanno su Canale 5. Un incidente di percorso – con il pubblico in piedi e a serpentone in sala – che sta scatenando un vero e proprio polverone a Palazzo di Città. Bocciata ai voti, lunedì scorso, la possibilità di audire il sindaco Antonio Decaro, ieri le minoranze consiliari (questa volta tutte compatte, dall’M5S a Fratelli d’Italia, dalla Lega a Forza Italia) sono tornate all’assalto chiedendo l’audizione dell’assessore alla Cultura Ines Pierucci e del direttore generale Davide Pellegrino.
Per approfondimenti sui 158mila euro dati dal Comune all’organizzazione della serata trasmessa da Mediaset e RadioNorba. Richiesta subita respinta dalla maggioranza che ha trovato in un colpo solo tutte le presenze (anche da remoto) per dire “no” in blocco all’insidiosa proposta delle minoranze.
«Se il sindaco dice che il Comune non ha avuto alcuna responsabilità sull’organizzazione della serata e quindi sui quei trenini, allora ci spieghi come mai l’ente ha dato un contributo economico» è la tesi rilanciata in queste ore dal centrodestra e dai grillini. «Se paghi non puoi non definirti organizzatore, come dal sindaco dichiarato, smentendo la delibera di giunta. Quando un artista fa un concerto allo stadio o al palazzetto paga tutto l’organizzazione. E invece qui il Comune non ha preso niente ma anzi ha pagato un bel po’ di quattrini che arrivano a circa 200mila euro contando le altre spese sostenute, tra cui quelle per la sanificazione del Petruzzelli – attacca a testa bassa Italo Carelli (M5S) – Quindi, dopo il trenino di Capodanno che tanto ci ha fatto arrabbiare e vergognare, oggi abbiamo assistito al trenino di maggioranza che in maniera arrogante vuole insabbiare la trasparenza su come si spendono i soldi dei baresi».
Di «sindaco sceriffo part time» parlano invece i consiglieri di Fratelli d’Italia, Michele Picaro e Filippo Melchiorre: «Un sindaco responsabile, pronto a chiedere scusa ai baresi per i punti del programma non realizzati, avrebbe dovuto chiedere scusa a nome della città a tutti i gestori dei locali per lo schiaffo che stavano ricevendo. Ed invece dinnanzi a quei trenini si è limitato a un candido “la responsabilità è altrui”, benché sia lui la massima autorità sanitaria della città». Dal centrosinistra getta acqua sul fuoco il capogruppo della lista Con, Francesco Giannuzzi: «La commissione Trasparenza si può occupare di altri temi e non di strumentalizzazioni politiche. Al netto del Covid e di quei trenini, ricordo a tutti che quell’evento e quei fondi sono stati una straordinaria operazione di marketing. Bari e il Petruzzelli hanno ottenuto lustro e visibilità in diretta tv nazionale».
Insomma, la politica si accapiglia sui trenini, ma anche i ristoratori continuano a non mandare giù le scene della serata televisiva. «Il sindaco da una parte ha vietato la festa in piazza, quindi all’aperto, che avrebbe fra l’altro dato ossigeno agli esercenti baresi; dall’altra ha consentito il gran veglione al chiuso del Petruzzelli, al quale ha partecipato lui stesso. Per i piccoli imprenditori baresi oltre al danno, quindi, la beffa nel vedere in tv i gioiosi trenini di Capodanno al chiuso e in un teatro gremito» tuonano Paolo Bianchini e Maurizio Scaramuzzi, rispettivamente presidente e coordinatore regionale dell’associazione di categoria Mio Italia, Movimento imprese ospitalità. «Il sindaco di Bari – aggiungono – ha una doppia responsabilità istituzionale, in quanto è anche presidente nazionale dell’Anci. Quindi, non solo dovrebbe rimboccarsi le maniche per attivare politiche a favore delle piccole e medie imprese, ma dovrebbe anche mostrare il buon esempio a tutti i Comuni italiani».
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