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Non solo la Puglia è la seconda regione, nel 2020, con la più bassa spesa sanitaria, pubblica e privata, ma l’8% delle famiglie vive nel «disagio economico». Cosa significa? Nell’ipotesi peggiore, che rinuncia definitivamente ai consumi per l’acquisto di farmaci o per un esame medico; oppure, pur non rinunciando a curarsi, sopporta un costo talmente elevato che finisce per incidere per oltre il 40% sul budget totale. In questo modo, il nucleo familiare si impoverisce gravemente.
A scattare la drammatica fotografia è il XVII Rapporto del Crea Sanità dell’Università Tor Vergata di Roma, che parla di 410.000 famiglie italiane impoverite a causa delle spese sostenute per curarsi, di «catastroficità» (spese rilevanti rispetto ai budget familiari) per 630.000 e di «disagio economico» per oltre 1 milione.
Di questo milione di famiglie in disagio economico, quasi 130mila si trovano in Puglia. Il rapporto definisce come «disagio economico» delle famiglie, l’indicatore che somma i fenomeni dell’impoverimento e delle «rinunce» alle spese per i consumi sanitari: in Italia la quota di famiglie che, nel 2019, ha sperimentato un «disagio economico» a causa di consumi sanitari è pari al 4,6%, in Puglia quasi il doppio.
Nell’analisi dell’indicatore va tenuto conto del fatto che una parte delle famiglie senza consumi sanitari potrebbero non averne avuto bisogno, o avere una assicurazione; d’altra parte, l’indicatore non considera le rinunce parziali a sostenere spese sanitarie e non coglie i casi di rinunce «ripetute», ovvero chi non sostiene negli anni alcuna spesa per consumi sanitari.
In ogni caso, i valori sono significativamente superiori nel Sud del Paese: 8% a fronte dell’7,9% dell’anno precedente; segue il Centro (3,8% a fronte del 4,9% del 2018) e il Nord (2,8% a fronte del 2,7% del 2018). Campania e Calabria risultano essere le Regioni con la maggior incidenza di famiglie che sperimentano un disagio economico dovuto ai consumi sanitari: rispettivamente il 10,7% ed il 9,2% delle famiglie, la Puglia segue. Scendendo nel dettaglio, nel 2019 l’incidenza nazionale del fenomeno dell’impoverimento dovuto alla spesa sanitaria privata è pari all’1,58% e interessa 410.891 nuclei familiari; in Puglia la percentuale sale al 3,4%.
«Le famiglie residenti nel Mezzogiorno – si legge nel report – sono le più colpite: l’incidenza è del 3,2%, contro lo 0,9% di quelle del Centro, lo 0,9% di quelle del Nord-Est e lo 0,8% di quelle del Nord-Ovest». L’impatto nel Mezzogiorno è quasi quattro volte quello delle altre ripartizioni. Basilicata e Calabria risultano essere le Regioni più colpite dal fenomeno dell’impoverimento: si impoveriscono rispettivamente il 4,8% e 4,6% delle famiglie residenti. Per quanto riguarda, invece, il fenomeno delle «spese sanitarie catastrofiche», cioè quelle che incidono per oltre il 40% della capacità di spesa delle famiglie, il 4,1% dei nuclei familiari pugliesi si trova in questa condizione, mentre la media italiana è del 2,4%.
«Il Mezzogiorno – è scritto ancora – continua ad essere la ripartizione più colpita, con il 5,8% delle famiglie, segue il Nord-Est con il 2,3%, il Nord-Ovest con il 2,2% ed il Centro con l’1,7%. Rispetto all’anno precedente è aumentata la quota delle famiglie residenti nel Nord e si è ridotta quella relativa alle famiglie del Mezzogiorno; nel Centro l’incidenza del fenomeno è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi due anni».
Secondo i dati della Ragioneria generale dello Stato e Istat, infine, nel 2020, la spesa sanitaria italiana, pubblica e privata, è stata di 2.657,9 pro-capite, la Puglia però è penultima in Italia con 2.432,3 euro, precede solo la Campania con 2.370.3 euro.
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