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Dopo il forte calo del 2020 causato dalla pandemia Covid-19, anche in Puglia tornano ad aumentare i trapianti di organi ma rispetto alle regioni del Nord resta importante lo scarto. Nel 2021 sono stati 124 gli interventi eseguiti, 40 in più rispetto agli 84 del 2020 e anche meglio rispetto al 2019 quando si fermarono a 103. È quanto emerge dal Report 2021 sull’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule in Italia, diffusa dal Centro nazionale trapianti (Cnt).
Quindi i miglioramenti ci sono, ma non ancora all’altezza delle prime regioni come Lombardia (686 trapianti), Veneto (523) ed Emilia Romagna (486), che ha fatto registrare anche la crescita maggiore dei volumi di intervento: +24,3% rispetto al 2020. In Puglia, purtroppo, è ancora troppo elevata l’opposizione alla donazione registrata nei reparti di rianimazione: nel 2021 il 36,9% dei parenti ha detto «no» all’espianto degli organi. Una percentuale tra le più alte in Italia, fanno peggio solamente Basilicata, Sicilia e provincia autonoma di Bolzano (media italiana pari al 28,6%), anche se in decrescita rispetto al 44,9% del 2020.
Bassa ancora anche la quota di donatori «utilizzati», appena 12,6 ogni milione di residenti contro il 47,4 della Toscana, ad esempio, e una media nazionale di 22,9. Anche in questo caso, però, si registra un avanzamento rispetto al 7,2 del 2020. In Puglia va particolarmente bene l’attività di trapianto di rene, ne sono stati eseguiti ben 76, più della metà del totale. Trentacinque i trapianti di fegato, solo 10 quelli di cuore, a quota zero pancreas e polmone.
Nel 2021, sono stati 3.778 i trapianti eseguiti in Italia, 341 in più rispetto al 2020, ovvero il 9,9% in più. Si tratta del terzo miglior risultato di sempre nel nostro Paese. Di questi, 3.416 interventi sono stati realizzati grazie agli organi di donatori deceduti (+9%). In particolare, l’aumento più significativo è stato riscontrato nei trapianti di fegato (1.376, +14,5%), ma sono cresciuti molto anche quelli di pancreas (passati dai 41 del 2020 ai 55 del 2021). Più 7,6% per i trapianti di rene, che sono sempre quelli più numerosi (2.051, oltre la metà del totale), in salita anche i trapianti di cuore (251, +5,5%), mentre rimane più contenuta l’attività di trapianto di polmone: 115 interventi eseguiti, lo stesso numero di 12 mesi prima.
Per quanto riguarda i soli trapianti da vivente, è il Veneto a guidare la classifica nazionale (76), davanti a Emilia Romagna (64) e Lazio (46). Ancora una volta l’attività di donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche ha registrato una crescita, circostanza che era avvenuta anche nel 2020, nonostante la pandemia.
I trapianti da donatori non consanguinei sono stati ben 931 (+6,4%), mentre le donazioni effettive sono arrivate a quota 300 (+4,2%) di cui ormai quasi il 90% prelevate da sangue periferico (più semplice e rapido), mentre diminuisce ancora la donazione ‘tradizionale’ da midollo osseo vero e proprio. Positivo anche il bilancio delle nuove iscrizioni al Registro dei donatori di midollo osseo Ibmdr (Italian Bone Marrow Donor Registry).
Sono stati 24.227 i nuovi donatori potenziali registrati nel 2021 (nel 2020 erano stati 20.960): siamo lontani dai livelli del 2018 e 2019 ma pesano ancora le restrizioni alle attività sociali che limitano le possibilità di reclutare nuovi donatori nelle piazze, nelle università e nelle scuole.
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