Centri tamponali presi d’assalto
3 minuti per la letturaSPOSTARE personale per aumentare la capacità di effettuare i tamponi, coinvolgere nel tracciamento anche i medici di base come già accaduto durante la seconda e terza ondata e predisporre già entro oggi un protocollo per definire una modalità d’intervento comune per tutte le Asl. Sono alcune delle strategie presentate ieri ai medici di medicina generale dal dipartimento Salute per far fronte al caos sul fronte del tracciamento dei casi Covid e l’esecuzione dei molecolari.
Infatti, nonostante l’apertura dei drive through e di altre postazioni, le lunghe attese per l’effettuazione dei tamponi ancora non diminuiscono, anzi aumentano di pari passo con la crescita del numero dei positivi. Anche ieri numerosi disagi segnalati dai pugliesi, sia per le lunghe attese davanti alle strutture nonostante la prenotazione con orario fissato; sia per il mancato intervento dell’Asl a distanza di diversi giorni dalla riscontrata positività.
«Io e la mia compagna – racconta un barese 30enne residente nel rione Madonnella di Bari – siamo risultati positivi al test rapido. A spese nostre abbiamo fatto un molecolare in un laboratorio privato e siamo in isolamento da dieci giorni. Tutte le nostre richieste e solleciti all’Asl sono cadute nel vuoto. Da dieci giorni siamo in attesa di un tampone molecolare, siamo bloccati in casa nonostante io sia vaccinato anche con terza dose».
Una situazione critica che riguarda tutta la Puglia e che anche i medici di famiglia hanno sottolineato. C’è un sovraccarico di persone che vanno a fare il tampone che non è più governabile, la speranza è che la situazione si normalizzi grazie all’introduzione delle nuove regole. Anche i sindaci stanno «bombardando» le Asl di segnalazioni evidenziando come molti cittadini stiano patendo ritardi nella esecuzione dei tamponi, sia di verifica della positività al Covid-19 sia di verifica della guarigione.
Centinaia i cittadini che hanno eseguito i test antigenici prima del giorno di Natale e che sono ancora in attesa di poter eseguire i molecolari. Altri cittadini, già positivi, da settimane non ricevono la convocazione per i tamponi di guarigione, risultando di fatto, bloccati in isolamento. In molti si rivolgono ai medici di base o ai sindaci stessi nella speranza, vana, che l’istituzione locale possa fare qualcosa.
«Mentre la variante Omicron galoppa, in Puglia il sistema dei tamponi è fermo al palo: o questi scarseggiano o non ce ne sono, e la capacità di processarli è comunque ferma intorno ai 15.000 al giorno», critica il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Ignazio Zullo.
«Per questo mi chiedo – prosegue – che fine ha fatto la macchina, tanto contesa tra il governatore Zaia ed Emiliano e poi da quest’ultimo acquistata, che, da sola, avrebbe processato 10.000 tamponi al giorno? Emiliano ancora una volta ne ha fatto solo una prova di forza mediatica o intende metterla in moto per renderla fruibile e al servizio di una migliore azione di tracciamento? Da assessore alla Sanità e da presidente di Regione, dovrebbe dare risposte ai cittadini: non possiamo lasciare che tutto il sistema vada in tilt perché la capacità dei laboratori non regge la mole di tamponi molecolari richiesta. È un problema che solleviamo da tempo – aggiunge – già in passato ho interrogato Emiliano anche circa le macchinette per la lettura in chemiluminescenza dei tamponi antigenici. A distanza di tempo mi trovo a dover chiedere ancora: che fine hanno fatto?».
Manca anche il personale per effettuare i tamponi, tanto che ieri il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, ha annunciato ai medici di base che ci sarà un potenziamento con lo spostamento di dipendenti e volontari ma servirà anche l’aiuto della medicina generale.
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