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Non solo Covid. In Puglia si registra anche un picco dell’epidemia influenzale stagionale, con numeri che portano la regione tra le prime in Italia per quantitativi e percentuale di casi. Nella settimana dal 13 al 19 dicembre l’incidenza fra i bimbi da 0 e 4 anni è passata da 18 a 22,93 casi ogni mille assistiti, il quarto valore più alto nel Paese. Considerando invece tutta la popolazione della regione, l’incidenza è risultata pari a 3,68 casi ogni mille assistiti, stabile rispetto al 3,81 di sette giorni fa.

I dati sono forniti dalla rete Medici sentinella della sorveglianza InfluNet. Si tratta del sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato dall’Istituto superiore di Sanità con il sostegno del ministero della Salute. Numeri, casi e dati sono forniti grazie al contributo dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta dei referenti di Asl e regioni di tutta Italia, oltre che della rete dei laboratori di riferimento regionale per l’influenza. L’acutizzarsi dei contagi tra i bambini in Puglia è confermato dal fatto che nell’ultima settimana sono stati diagnosticati 269 casi.

E anche nei bambini e adolescenti tra 5 e 14 anni l’incidenza è risultata piuttosto alta: 8,73 casi ogni mille assistiti. Solo la Sicilia e la Toscana hanno fatto registrare valori più alti in quest’ultima fascia di età. Va meglio invece tra gli adulti e questo grazie alla copertura data dai vaccini in grado di produrre effetti positivi, visto che l’incidenza è bassa con 1,49 casi tra gli over 65 e 2,72 casi ogni mille assistiti tra i 15 e 64 anni.

In Puglia, e precisamente nell’unità operativa complessa di Pediatria dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, era stato isolato a metà novembre il primo virus influenzale di tipo A, sottotipo H3N2. L’identificazione era avvenuta su un bambino di quattro anni ricoverato con febbre e difficoltà respiratorie. I problemi che comporta riguardano, oltre che la salute di chi lo contrae, la tenuta del sistema di assistenza sanitaria, già sottoposto a stress a causa del lungo periodo della pandemia Covid.

«La sintomatologia dell’influenza – aveva spiegato infatti Maria Chironna, responsabile del laboratorio Epidemiologia molecolare e Sanità pubblica del Policlinico – è spesso sovrapponibile a quella del Covid19: febbre, difficoltà respiratoria, mal di gola, spossatezza, mal di testa. Quando si presentano questi sintomi è necessario escludere che si tratti di Covid19». C’è poi la temuta epidemia per i neonati dovuta al virus respiratorio Sinciziale, per il quale al momento non esistono vaccini, che ha messo a dura prova le terapie intensive neonatali di tutta Italia e anche della Puglia a causa delgli efetti della bronchiolite.

Il picco, previsto solitamente tra gennaio e marzo, in questa stagione ha anticipato i tempi presentandosi già a ottobre. Lo scorso anno, nel reparto di neonatologia del Policlinico di Bari, ad esempio, complice l’isolamento dettato dalle chiusure, non si era verificato alcun caso di bronchiolite. In queste settimane sono stati invece diversi e hanno interessato tutte le strutture sanitarie attrezzate della regione. Il consiglio degli esperti è isolare il più possibile i più piccoli ed evitare soprattutto di portarli in luoghi al chiuso affollati. g.m.

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