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IL presidio dei lavoratori della Bosch. Le recriminazioni lanciate dal sindacato della polizia. Le incognite per i trasporti. Non sembra destare particolare preoccupazione l’entrata in vigore da oggi dell’obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro. Le rimostranze sono più rivolte alla richiesta di tamponi gratuiti, come per i dipendenti ex Ilva di Taranto, che contro la certificazione verde antiCovid.
«Non è giusto – spiegano i sindacati – che i lavoratori già in cassa integrazione paghino i costi dei tamponi».
I controlli nei dodici tornelli di ingresso saranno comunque a campione. Le percentuali di vaccinati sono comunque alte e i protocolli di sicurezza all’interno rigidi.
Così, mentre le Rsu della multinazionale tedesca, l’azienda più grande del territorio barese, hanno indetto domattina un presidio davanti ai cancelli della zona industriale, per chiedere che i costi dei test siano a carico della proprietà, il segretario generale del sindacato di polizia LeS (Libertà e Sicurezza) Puglia, parla di «paradosso nello stato di diritto».
Una posizione spiegata in questo modo: «Il non vaccinarsi contro il Covid-19 è ancora un diritto e come tutti gli altri diritti un sindacato ha l’obbligo di difenderlo. Ma se il non vaccinarsi è una libera scelta, fare il tampone ogni 48 ore per poter accedere nei luoghi di lavoro da domani è un obbligo. Però a differenza del vaccino che è gratuito, il tampone diventa oneroso per il dipendente».
E mentre le Autorità di sistema dei porti pugliesi rassicurano che qui non si ripeteranno le manifestazioni viste a Trieste e Genova né tanto meno disagi, perché «risulta vaccinato più del 90 per cento dei dipendenti delle ditte che lavorano al loro interno», per il porto di Bari, dove si contano più di 500 addetti, il segretario della Uil Trasporti, Pino Raguseo, evidenzia che «la miriade di addetti sono quasi tutti vaccinati, anche perché all’interno del porto c’è da tempo un hub, quindi se qualcuno non è vaccinato ha sicuramente presentato la richiesta di esenzione per motivi sanitari».
Più incerta, invece la situazione dei trasporti. I giorni scorsi, Matteo Colamussi, presidente del consorzio di aziende del settore Asstra, aveva lanciato l’allarme di possibili disagi soprattutto per la potenziale mancanza di macchinisti e meccanici. «Gli autisti – aveva spiegato – sono invece figure più semplici da sostituire».
Incertezza anche per l’Amtab di Bari. Non c’è contezza di quanti possano mancare, ma dai sindacati è arrivata l’indicazione di rivolgersi alle farmacie che fanno sconti sui tamponi. Alcune fanno anche pacchetti su dieci test, col prezzo che scende fino a 10 euro l’uno. Opzione che ha mandato su tutte le furie l’Ordine, contrario all’abbassamento dei prezzi che non garantirebbero margini di guadagno alle farmacie.
Il presidente Luigi D’Ambrosio Lettieri ha parlato di possibili aumenti delle prenotazioni dei tamponi a partire da oggi, ma anche su questo fronte non si registrano particolari disagi. «Le agende sono piene ma gestibili – spiega – e indubbiamente la previsione è di un sensibile aumento da domani, ma speriamo di non trovarci davanti ad un assalto. Siamo impegnati a governare una fase che può essere delicata, cercando di scongiurare criticità».
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