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Il precariato nella scuola pugliese registra due passaggi critici e altrettante vittorie sindacali. La più recente è quella annunciata dal sindacato Gilda che racconta come 380 docenti di Bari e provincia con contratti a tempo determinato si sono visti riconoscere dopo anni di battaglie giudiziari gli stessi diritti dei lavoratori a tempo indeterminato della scuola e allo stesso tempo il medesimo trattamento economico. Gilda definisce discriminazioni quelle attuate nelle condizioni economiche con le quali erano stati trattati i due profili dei docenti.

Il giudice del lavoro ha dato ragione all’organizzazione e ai docenti che hanno fatto ricorso. Un ricorso nato nel 2011 per il riconoscimento, dopo anni di contratti precari rinnovati ogni autunno, del ruolo e quindi del contratto a tempo indeterminato. Una stabilizzazione che, visiti i tempi della giustizia, è avvenuta ugualmente in questi anni per percorsi individuali attraverso concorsi e assunzioni di punteggio, ma che il giudice di Bari ha riconosciuto comunque a ritroso, fin dall’origine, assieme agli indennizzi, che vanno in media tra 3 mila ai 12 mila euro.

«Dal lontano 2011 il nostro sindacato – spiega Vito Carlo Castellana, coordinatore provinciale Gilda degli insegnanti di Bari, nonché dirigente nazionale – aveva avviato una serie di ricorsi per ottenere la stabilizzazione di centinaia di docenti precari che con la velata promessa di una cattedra di ruolo venivano nel frattempo utilizzati dallo Stato come supplenti per tamponare le varie emergenze. Negli anni si è creato un precariato eterno con docenti che vantano anche più di dieci anni di supplenze. Una situazione inaccettabile e riconosciuta illegittima anche dalla Corte di Giustizia Europea. È stato proprio per soccorrere questi insegnanti e aiutarli nel riconoscimento dei loro diritti che Gilda degli Insegnanti ha deciso di avviare il contenzioso con l’amministrazione scolastica».

Una sentenza storica che fa giurisprudenza e rappresenta un precedente importante per la categoria. «È il ricorso – sottolinea Castellana – che racchiude più numeri in assoluto negli ultimi anni. E la sentenza è importante perché riconosce per intero l’equiparazione degli insegnanti precari con quelli di ruolo, anche per la ricostruzione delle singole carriere».

In ballo c’è anche un secondo gruppo di circa 80 insegnanti, tra Bari e Trani, per la medesima vicenda, e il sindacato si die fiducioso per il buon esito dell’iter giudiziario. La prossima udienza è prevista a maggio. Dei giorni sorsi invece la soluzione per i precari, docenti e non, assunti per far fronte all’emergenza Covid. I fondi per la prosecuzione del rapporto fino a giugno ci sono, così come il nullaosta del ministero.

Eppure la situazione per il loro futuro non è del tutto chiarita. «Vogliamo che al problema si trovi una soluzione definitiva – incalza il segretario Uil, Giovanni Verga – che permetta a tanti lavoratori della scuola di affrontare i prossimi mesi con la massima tranquillità. È incredibile – conclude Verga – che a questo punto dell’anno scolastico, nonostante le iniziative legislative e le rassicurazioni del ministero, numerose scuole pugliesi non possano essere messe nelle condizioni di rispettare quanto sancito dal decreto legge, ovvero le scadenze delle proroghe al 30 giugno per i docenti di scuola dell’infanzia e 9 giugno per il restante personale».

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