Uno striscione di protesta mostrato durante la manifestazione di giovedì scorso
2 minuti per la letturaSono dieci le offerte presentate da altrettante aziende per gestire, nei prossimi cinque anni, il servizio delle mense ospedaliere in Puglia. Ieri InnovaPuglia ha aperto le buste della maxi gara d’appalto che ha incassato numerose critiche dai sindacati e politica: sino all’ultimo istante, i sindacalisti e i gruppi in Consiglio regionale hanno provato a convincere il governatore Michele Emiliano a ritirare in autotutela il bando.
C’è preoccupazione per le possibili ricadute occupazionali, non essendo prevista una clausola sociale, secondo i calcoli delle organizzazioni sindacali, sarebbero a rischio mille posti di lavoro. Non solo: è stato lanciato l’allarme sulle ricadute anche sulla qualità del cibo che verrà somministrato ai pazienti, trattandosi di alimenti pre cotti.
Fatto sta che la Regione è andata avanti sulla propria strada e, come previsto, ieri sono state aperte le buste. Gli operatori economici che hanno presentato un’offerta sono l’emiliana Cir food S.c., presente in 17 regioni e 74 province d’Italia, in Olanda e Belgio; la bergamasca Dussmann Service srl, la milanese Compass Group Italia spa, la barese La Cascina Global Service srl; la holding vicentina Serenissima Ristorazione spa, il consorzio bolognese Cns, la Gemos Coop di Ravenna, la tarantina Sodexo Italia Spa, la barese Ladisa Spa, e Innova Spa di Pomezia.
La procedura di apertura delle buste procederà nei prossimi giorni, dopodiché si procederà alla nomina della commissione giudicatrice e dei relativi curriculum, «di cui sarà data evidenza pubblica affinché possa entrare nel merito delle offerte tecniche ed espletare la completa procedura fino all’assegnazione dell’appalto», spiega InnovaPuglia.
La gara era suddivisa in sei lotti e ogni società poteva presentare offerte per numero massimo di quattro lotti che è anche il numero massimo che possono essere aggiudicati a un singolo offerente. Oggi sarà riaggiornato il seggio di gara per l’apertura delle buste alle ore 10. Si tratta della più grande gara d’appalto gestita in Puglia, un bando del valore di base da 190 milioni ma che potrebbe arrivare sino alla cifra di 372 milioni.
Il bando, però, per due mesi ha ricevuto critiche trasversali per diversi motivi, a cominciare dall’assenza di una clausola sociale che metterebbe più al sicuro i posti di lavoro dei dipendenti attualmente impegnati nelle mense degli ospedali. I sindacati puntano il dito anche sulla qualità del servizio: la gara, infatti, prevede la chiusura delle cucine interne agli ospedali e Asl e quindi cibi precotti.
Oltre a sindacati e politica, anche l’associazione nazionale delle aziende della ristorazione collettiva (Angem) ha protestato vibratamente sostenendo che ci fossero nel bando «omissioni» che «riguardano le clausole sociali e colpiscono direttamente le lavoratrici e i lavoratori».
I sindacati sono stati convocati per il tre marzo per una riunione con l’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo, e la task force contro le crisi aziendali coordinata dal Leo Caroli: l’obiettivo è iniziare ad affrontare il nodo occupazionale. Come detto, non è stata prevista una clausola sociale, quindi non c’è nulla che garantisca agli attuali lavoratori che saranno assorbiti dall’azienda che vincerà l’appalto.
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