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Uno degli ultimi interventi significativi nei quali l’agenzia è stata coinvolta è quello che ha permesso il mese scorso di bonificare parte del Parco nazionale dell’Alta Murgia e recuperare oltre 40 tonnellate di pneumatici abbandonati nel territorio per poi smaltirli correttamente. Un’operazione, chiamata Alta Murgia Pulita, portata avanti assieme all’undicesimo reggimento Genio Guastatori della Brigata Pinerolo dell’esercito, che si somma a quelle di monitoraggio, manutenzione e azione a tutela del patrimonio boschivo della regione e contro gli incendi che ogni anno devastano il patrimonio naturalistico pugliese, rischiando di mettere a repentaglio l’incolumità delle persone.
Uno degli esempi più eclatanti è quello dell’incendio che ha distrutto buona parte de prezioso bosco Difesa grande di Gravina lo scorso agosto. L’Arif, l’Agenzia regionale attività irrigue e forestali, ha diverse funzioni strategiche per la Puglia (nata nel 2010 ricopre i compiti anche la lotta alla Xylella attraverso monitoraggio e prevenzione), ma per quasi un terzo (il 30 per cento) il suo lavoro è svolto da lavoratori precari, somministrati che vedono i loro contratti rinnovati all’occorrenza, soprattutto a ridosso dell’estate quando l’emergenza incendi si fa più pregnante, da giugno a settembre.
Una condizione instabile che perdura per alcuni anche da 10 anni e che coinvolge 346 lavoratori stagionali, ai quali la scorsa estate ne sono stati aggiunti altri 25 (250 sono i precari storici). A denunciarlo è la Flai Cgil regionale che definisce questa condizione contrattuale lavorativa ingiustificabile per una pubblica amministrazione.
«Arif – spiega il segretario Antonio Gagliardi, che alla IV commissione del Consiglio regionale ha presentato una relazione sulla vertenza – potrebbe arruolare in amministrazione diretta attraverso la legge 155/2021, conosciuta come legge per la lotta agli incendi, approvata dal Parlamento l’8 novembre scorso proprio per implementare la lotta agli incendi boschivi. Quindi esistono – aggiunge Gagliardi – strumenti normativi e percorsi trasparenti per stabilizzare una platea di circa 350 operai stagionali assunti con rapporti di lavoro interinali. La stragrande maggioranza di questi lavoratori viene assunta costantemente da dieci anni con contratti precari facendo passare per temporanee le attività specifiche che sono invece divenute strutturali: non ne comprendiamo la ragione e ci chiediamo a chi giovi tutto ciò».
L’importanza del loro lavoro è sottolineata ancora dal segretario Flai, che ricorda come basterebbero 5 milioni di euro per la loro stabilizzazione, con un risparmio di quasi 2 milioni e 800 mila euro per le casse dell’ente, come è accaduto in precedenza da tutte le sigle sindacali in rappresentanza dei lavoratori a tempo determinato, che anche a ottobre avevano denunciato queste contraddizioni.
«La crescente ricerca al di fuori di Arif di collaborazioni e manodopera è per noi un dato preoccupante – sottolineavano – si tratta, infatti, di risorse che potrebbero essere risparmiate o investite valorizzando il personale diretto e somministrato già a disposizione dell’Agenzia».
Tagli verso l’interno e propensione alle spese in direzione contraria, insomma. Lo dimostrano anche le spese che per gli amministrativi (in tutto i dipendenti si aggirano tra i 1.290 e i 1.400) superano abbondantemente quelle per gli operatori in campo. Il personale in tutto pesa per 33 milioni di euro sul bilancio, ma nonostante ciò ci sarebbero più persone dietro alla scrivania di quelle necessarie sul campo a fronteggiare le emergenze che, solo l’estate scorsa, stando ai dati pubblicati dalla Protezione Civile regionale, sono passate dai 2.920 del 2020 alle 4.073 di quest’anno.
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