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Più di mille manifestanti nelle piazze simbolo della regione. Da Bari a Taranto, da Cisternino a Martina Franca. Per ribadire con forza: «Caro ministro Bianchi, la seconda prova scritta è inaccettabile». Anche dalla Puglia gli studenti – come in altre 40 piazze d’Italia – hanno fatto sentire la propria voce per dire “no” alla nuova formula della Maturità 2022, l’esame di Stato nel quale dal prossimo giugno gli studenti dell’ultimo anno delle superiori dovranno cimentarsi con due prove scritte, prima del famigerato e tanto temuto colloquio orale.

Una protesta vigorosa che a Bari ha visto il palco della protesta nell’area pedonale di corso Vittorio Emanuele dove i ragazzi hanno esposto – davanti alla scultura “Il Cavallo” di Ceroli – lo striscione scelto in tutta Italia: “Gli Immaturi siete voi”. L’accusa al mondo degli adulti, ma soprattutto al ministro della Scuola per avere reintrodotto un’altra prova scritta. «È impensabile tornare a questo tipo di esame dopo mesi di pandemia – spiega Paolo Notarnicola referente barese della Rete degli Studenti Medi – E anche adesso, seppure la scuola sia in presenza dall’inizio dell’anno, sappiamo che la situazione non è davvero così: ci sono moltissime classi in quarantena o che sono state più volte in quarantena e quindi in dad durante tutto l’anno.

Queste direttive, arrivate solo ora dopo mesi di incertezza, sono l’ennesima dimostrazione di un ministero che non ascolta gli studenti e che non prende in considerazione la grave situazione psicologica che stanno vivendo, ma pensa invece solamente a valutarli. Persino il presidente della Repubblica nel suo discorso di insediamento ha sottolineato l’importanza dell’ascolto di noi studenti. Vogliamo risposte dal ministro».

Un coro unanime che ha attraversato idealmente tutta la regione. Se per il liceo classico e lo scientifico si va rispettivamente verso la prova di latino e di matematica, a essere più preoccupati sono i maturandi degli istituti tecnici: «Perché la seconda prova cambierà a seconda dell’indirizzo e nel nostro caso riguarderà materie che noi avremmo dovuto studiare e ripetere nei laboratori, quindi in presenza». Laboratori praticamente spazzati via dalle quarantene, dalla didattica mista – tra presenza, did e dad – e dalla totale incertezza nella continuità di insegnamento.

«Siamo praticamente al terzo anno scolastico in queste condizioni e solo qualche mese prima ci dicono che ci sarà anche una seconda prova. Perché non avvisarci prima? – si chiedono i ragazzi baresi mentre sventolano bandiere e mostrano cartelli. Cartelli che ricordano anche le ultime tristi vicende sull’alternanza scuola-lavoro, con la mente che va inevitabilmente al 18enne Lorenzo Parelli, lo studente morto qualche settimana fa in un’azienda a Udine. Non da meno le denunce sulle scarse condizioni di sicurezza tra bus e treni sempre pieni, classi pollaio e scuole non adatte a garantire il distanziamento anti-Covid. «Noi vogliamo il nostro futuro, ma quel futuro gli adulti ce lo stanno negando – è il monito arrivato dalla Puglia.

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