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I sindacati critici con Regione e governo per gli eccessivi adempimenti burocratici in capo ai dirigenti scolatici. Questi ultimi, a cominciare dal presidente pugliese Anp, Roberto Romito, che scrivono sull’argomento al governatore Michele Emiliano e rivendicano numeri di contagi contenuti all’interno delle classi a difesa delle lezioni in presenza.

L’Asl di Bari che fornisce i dati sui casi positivi, che nell’ultima settimana monitorata sono schizzati a 767, di cui ben 700 relativi a studenti. È ancora la scuola a tenere banco a dieci giorni dal ritorno dopo le feste natalizie. Il Covid corre, soprattutto tra i più piccoli, dove si moltiplicano classi in quarantena, e aumenta la difficoltà nel gestire la situazione. All’orizzonte i numeri.

Tra il 10 e il 16 gennaio gli operatori dell’Epidemic intelligence center segnalano 94 classi in quarantena, per lo più tra scuola primaria e dell’infanzia. Gli oltre 700 casi sono così distribuiti: 327 nelle scuole primarie, (303 alunni e 24 personale scolastico), 220 nelle scuole secondarie di secondo grado (210 alunni e 10 personale scolastico), 125 nelle scuole dell’infanzia (104 alunni e 21 personale scolastico) e infine 95 nelle scuole primarie di secondo grado (83 alunni e 12 personale scolastico).

Romito considera questa rilevazione non indicativa e, dopo aver preso carta e penna, ha scritto ai vertici regionali per chiedere la revisione degli adempimenti burocratici in capo ai dirigenti della scuola in materia di contagi e monitoraggi degli stessi. La Regione, dal canto suo, attraverso l’assessore all’Istruzione Sebastiano Leo, il direttore del dipartimento Promozione di Salute Vito Montanaro, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Silipo e la direttrice Area epidemiologica e care intelligence Aress Puglia, Lucia Bisceglia, ha provato ancora una volta a mettere ordine e a organizzare la gestione dell’emergenza, dopo le rimostranze dei sindacati.

Per le procedure di comunicazione e monitoraggio dei contagi «sono state individuate – si legge nella nota dell’ente- nuove modalità di intervento che semplificano le procedure e garantiscono un efficace raccordo tra il sistema scolastico e sanitario. Tali procedure saranno sottoposte a periodico monitoraggio, anche in base all’evoluzione del quadro normativo ed epidemiologico, per eventuali adattamenti».

L’obiettivo è quello di alleggerire il compito dei dirigenti scolastici, che per i sindacati Cgil, Uil, Snals e Gilda sono diventati degli operatori delle Asl per colpa delle indicazioni della Regione. «La situazione si è ulteriormente aggravata – denunciano in una nota unitaria – per un discutibilissimo intervento del dipartimento regionale alla Salute che impone la continua compilazione di dichiarazioni sottoscritte per tutta la crescente mole di casi di tracciamento quotidiani.

L’8 gennaio viene emanata una nota congiunta dei due ministeri all’Istruzione e alla Salute che introduce modalità di gestione dei casi di positività in ambito scolastico così cervellotiche da sconfinare nella patologia mentale.

Da quel momento si è scatenato un pandemonio burocratico e si è pensato, come solitamente avviene, di scaricare sulle scuole e sulla diretta responsabilità dei dirigenti scolastici, cui va la nostra solidarietà politica e sindacale, l’immane incombenza di garantire una didattica in presenza trasformata da sacrosanto valore pedagogico in strumento di consenso politico». Di qui la minaccia dello stato di agitazione in qualche modo contenuta dalla risposta nella serata di ieri arrivata dal vertice regionale.

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