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Mario Lerario

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«Vari appalti gestiti dalla Protezione civile regionale e Provveditorato Economato della Regione Puglia presentano profili di penale rilevanza, sicché è necessario acquisire la documentazione che segue per i necessari approfondimenti in ordine alle ipotesi delittuose per cui si procede».

A scriverlo è il procuratore aggiunto Alessio Coccioli nel decreto che, ieri mattina, ha portato ad una nuova perquisizione della guardia di finanza negli uffici della Regione Puglia nell’ambito dell’inchiesta che, lo scorso 23 dicembre, ha portato all’arresto dell’ex capo della Protezione civile Mario Antonio Lerario, accusato di aver intascato due presunte tangenti. Il blitz si è reso necessario perché, dopo quasi un mese di attesa, dalla Regione non sono stati trasmessi i documenti chiesti dalla Procura.

Lo evidenzia lo stesso magistrato inquirente, sottolineando che l’ordine di esibizione della documentazione relativa agli appalti, trasmesso il 29 dicembre scorso e di nuovo il 10 gennaio, è «rimasto in parte ineseguito». Sono 13 gli appalti sotto inchiesta, tutti sono stati affidati tra il 2019 e il 2021 ad altrettante ditte, tra i quali quello per l’ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari.

Il pubblico ministero nel decreto di perquisizione chiede alla guardia di finanza di acquisire «tutti gli atti e documenti esistenti presso gli uffici della Regione Puglia o degli enti eventualmente da questa incaricati, relativi all’intero procedimento per l’affidamento e l’esecuzione di appalti, dalla fase istruttoria riguardante la selezione del contraente sino all’esecuzione del contratto».

Non tutte le imprese sono, però, sotto inchiesta. Di questi appalti la Procura ha disposto il sequestro dei documenti riguardanti «progetto tecnico, perizia, computo metrico, indagine di mercato con allegate richiesta di preventivi, preventivi ricevuti». Viene chiesto inoltre il sequestro di «documentazione attestante l’iscrizione degli operatori selezionati alle white list delle Prefetture», «verbale di somma urgenza e ogni altro documento attestante la verifica delle criticità ed il fabbisogno delle attività da eseguire» e «tutte le relazioni/verbali di riunione/atti prodotti dai dirigenti/articolazioni/commissioni della Regione Puglia inerenti agli appalti gestiti dalle Sezioni Provveditorato ed Economato e Protezione Civile negli ultimi 5 anni».

Il decreto di perquisizione negli uffici della Regione, come detto si è reso necessario perché l’ordine di esibizione della documentazione relativa agli appalti, il 29 dicembre scorso e di nuovo il 10 gennaio, è «rimasto in parte ineseguito»: lo scrive la Procura motivando il decreto di perquisizione degli uffici di via Gentile a Bari, con conseguente sequestro dei documenti relativi agli appalti affidati dalla Protezione civile, prevalentemente legati all’emergenza Covid.

«Dall’esame dell’informativa della Gdf del 22 dicembre 2021 – si legge nel decreto di perquisizione a firma del procuratore aggiunto Coccioli – emerge che vari appalti gestiti dalla Protezione civile regionale e Provveditorato Economato della Regione Puglia presentano profili di penale rilevanza, sicché è necessario acquisire la documentazione che segue per i necessari approfondimenti in ordine alle ipotesi delittuose per cui si procede».

Agli ordini di esibizione, il funzionario della Regione Nicola Lopane, subentrato a Lerario dopo l’arresto, aveva risposto che «considerato che l’ingegner Mercurio (altro funzionario regionale co-indagato, ndr) ha rappresentato che l’istruttoria di verifica delle offerte è stata seguita da altro personale e dal dirigente della sezione protezione civile, non escludo che esista ulteriore documentazione pertinente l’ordine di esibizione in possesso dei citati soggetti, mi riservo di effettuare ulteriori approfondimenti al fine di identificare il personale citato dall’ingegner Mercurio».

«A tali dichiarazioni – rileva la Procura – non ha fatto seguito alcuna altra informazione da parte degli uffici della Regione, sicché è necessario acquisire la documentazione al fine di svolgere tutte le indagini del caso».

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