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Dal 2017 al 2021 la sezione Provveditorato ed economato ha effettuato spese per 204 milioni, su questa cifra la commissione Bilancio del Consiglio regionale adesso verificherà nel dettaglio ogni singola voce per analizzare la congruità e la stretta necessità. In particolare, verrà controllato se ci sono stati affidamenti diretti sotto la soglia dei 50mila euro e quanti; se ci sono affidamenti sospesi o annullati e per quale motivo. Si allarga agli ultimi cinque anni l’attività d’indagine interna del Consiglio regionale sui bandi, gare e affidamenti durante la gestione dell’ex capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, arrestato lo scorso 23 dicembre con l’accusa di aver intascato due presunte tangenti.
Ieri sono stati ascoltati il direttore del Dipartimento organizzazione e i dirigenti delle Sezioni amministrazione e finanze e della Protezione civile, sulle spese sostenute per fronteggiare la pandemia Covid e quelle precedenti all’emergenza sanitaria. Da una prima analisi dell’importante mole di documenti depositata, emerge che per il 2017 sono stati impegnati in competenza 27,3 milioni, 40 milioni per il 2018, 45 milioni per il 2019, 51,5 milioni per il 2020 e 41 milioni per il 2021. Restano da liquidare 31 milioni di euro. Ora, però, bisognerà entrare nel dettaglio e capire come sono stati spesi questi soldi.
Altro dato emerso ieri è che nel 2020 la Regione Puglia ha «investito» 370 milioni di euro per l’emergenza Covid, di cui 260 milioni sono stati spesi dalle Asl e 110 milioni dalla Protezione civile. Solamente per il personale il costo è di 110 milioni, la seconda voce sostanziale è quella relativa ad acquisto di beni sanitari pari a 51 milioni di euro. Altri 16 milioni per consulenze o prestazioni e 25 milioni per acquisto attrezzature e lavori su fabbricati e impianti.
Per quanto riguarda il 2021 si è in attesa che le Asl inviino la comunicazione, ma da una pre-analisi la spesa sarebbe sovrapponibile, quindi circa altri 370 milioni circa. Vuol dire che in due anni la Puglia ha dovuto impegnare oltre 700 milioni per l’emergenza Covid. Mentre la somma destinata alla Protezione civile nel 2021 è stata di 75 milioni di euro. Solamente nel 2020, sempre la Protezione civile pugliese, durante la gestione Lerario, ha effettuato 100 affidamenti diretti legati all’emergenza Covid-19, di cui 89 con comparazioni di preventivi e 11 senza comparazione per l’acquisto, ad esempio, di ambulanze, collaudi tecnici, servizio ristorazione o pulizia.
Ma ci sono anche 81 affidamenti per rimborsi spese documentate e 8 per l’ospedale in Fiera a Bari. Su tutte queste spese si sono accesi i fari della commissione. Sempre nel 2020, durante la prima fase pandemica, la Puglia ha speso 17,2 milioni per acquistare dalla Cina mascherine, Dpi facciali filtranti monouso, materia prima per la produzione di Dpi e di macchinari e apparecchiature sanitarie.
Alla voce «Altro», invece, dalla lettura dei documenti, corrispondono le spese rendicontate e pagate nel 2020 per la somma complessiva di 5 milioni 351 mila euro relativa ai voli cargo del ponte aereo con la Cina per il trasporto di Dpi e apparecchiature sanitarie, alle spese di logistica su sedime aeroportuale e alla spesa di deposito presso aeroporto di Bari, alle spese per il servizio di logistica urgente, svolto nella prima fase dell’emergenza, di distribuzione Dpi a domicilio negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.
Relativamente alle spese classificate alla voce «Assistenza medica», diversa da quella garantita dalle Asl, è stato spiegato che la Struttura ha provveduto all’acquisto e al noleggio di macchinari e delle apparecchiature per la diagnostica del Covid, per soddisfare le esigenze regionali urgenti delle strutture sanitarie, dei pronto soccorso e della rete dei laboratori pubblici per la diagnostica per un totale di 33,5 milioni
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