L'ospedale Bambin Gesù dove la piccola era sta ricoverata d'urgenza
1 minuto per la letturaGiuseppe Sorressa, carabiniere in servizio alla stazione di Petilia Policastro, di Acquaviva delle Fonti è il papà della piccola Ginevra, la bambina di due anni morta al Bambin Gesù dove era arrivata da Catanzaro a Roma trasportata da un C-130J dell’Aeronautica Militare atterrato a Ciampino. Il papà, positivo al Covid, non l’ha neanche potuta seguire in questo suo ultimo viaggio. «È stravolto, distrutto» raccontano gli intimi. Attorno, il comando provinciale di Catanzaro gli ha tessuto un cordone di sicurezza e riserbo.
La piccola era stata giudicata in imminente pericolo di vita a causa di una grave insufficienza respiratoria. Era ricoverata all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro quando, a causa dell’aggravarsi delle condizioni cliniche, si è reso necessario l’immediato trasferimento al Bambino Gesù di Roma. La bimba sabato sera era arrivata al nosocomio romano «già intubata e in condizioni disperate, con insufficienza respiratoria e compromissione delle funzioni vitali».
Nonostante tutti i tentativi dei sanitari -comunica in una nota congiunta l’Unità di Crisi Covid della Regione Lazio e l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù «la bambina è deceduta poche ore dopo l’arrivo in Ospedale». «Ai familiari della bambina va il più profondo sentimento di cordoglio e vicinanza», conclude la nota.
«Sarai un angelo meraviglioso, nel giardino dei piccoli angeli». Lo ha scritto ieri in un post l’amministrazione e il sindaco di Mesoraca, comune in provincia di Crotone in Calabria, dove è residente la famiglia della piccola.
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