Simonetta Dellomonaco e Antonio Parente
2 minuti per la letturaLa Procura di Bari ha aperto un fascicolo sulla presunta aggressione denunciata dalla presidente di Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco, da parte del direttore generale della stessa fondazione Antonio Parente. L’indagine, un atto dovuto da parte della magistratura per accertare la dinamica dei fatti dopo la formale denuncia presentata dalla donna, è affidata al pm del pool “fasce deboli” Marcello Barbanente. Dellomonaco aveva denunciato nelle scorse settimane di essere stata aggredita verbalmente e fisicamente da Parente durante una discussione di lavoro, accusa che il direttore generale ha sempre negato.
Sulla vicenda è in corso anche un parallelo procedimento disciplinare che ha già portato alla sospensione per dieci giorni di Parente. Un caso che continuerà a stare al centro del prossimo Consiglio di Amministrazione dell’agenzia regionale di spettacolo e cinema. Non a caso il cda si riunirà il prossimo 3 febbraio «al fine di provvedere alle necessarie verifiche di carattere giuridico amministrativo relative alla eventuale revoca dell’incarico di direttore generale ad Antonio Parente, accusato dalla presidente Simonetta Dellomonaco di averla aggredita verbalmente e fisicamente».
Il Cda, ricostituito a seguito dell’assemblea generale dei soci tenutasi il 25 gennaio scorso dopo le dimissioni di tre consiglieri «ha ritenuto il dottor Parente responsabile dei fatti a lui ascritti». «Per questo motivo – si legge in una nota della stessa agenzia – nella seduta d’urgenza del 26 gennaio scorso, si è deciso di erogare la sanzione massima conservativa prevista dal Ccnl Federculture, di sospensione lavorativa di 10 giorni».
Il caso aveva provocato nei giorni scorsi le dimissioni contestuali di tre consiglieri, convincendo la Regione a convocare subito l’assemblea dei soci – composta dai 54 Comuni – che hanno accolto l’invito a ricostituire immediatamente il cda nominando all’unanimità i nuovi membri del consiglio di amministrazione: l’ex presidente del Teatro Pubblico Pugliese Carmelo Grassi, su indicazione della Regione Puglia, e Marina Samarelli ed l’avvocato giuslavorista Ettore Sbarra, su indicazione dei Comuni. Dal canto suo Parente ha respinto ogni accusa spiegando di essere pronto a tutelare «fino all’ultimo la mia immagine e quella della mia professionalità costruita con sudore e fatica» ribadendo di avere «un rammarico grade e inconsolabile: vedere infangata l’immagine di Apulia Film Commission.
Questo non mi perdono, al pensiero di aver concorso, seppur involontariamente, ad aver messo in cattiva luce un progetto ambizioso e lungimirante. Su tutto il resto sono a posto con la mia coscienza e pronto a tutelarmi nelle sedi opportune». «C’è la mia verità – ha sottolineato – e ci sono dei testimoni le cui dichiarazioni emergeranno nelle sedi opportune e davanti agli organi inquirenti».
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